Enzo Di Pierro sulla crisi del comparto agricolo: «I fondi del Psr andrebbero usati per lo sviluppo tecnologico, non dispersi in altro»

«Angarano? Non ha mantenuto l'impegno sull'esenzione Tari in favore degli imprenditori colpiti dalle gelate. L'agricoltore lo puoi fregare una volta sola»

sabato 18 maggio 2019
A cura di Vito Troilo
Il comparto agricolo biscegliese è in crisi profonda. Le calamità naturali hanno compromesso anche la campagna cerasicola, dopo aver danneggiato quella olivicola e dell'uva. Una situazione negativa «che si trascina da diversi anni» secondo l'imprenditore Enzo Di Pierro.

«I raccolti di ciliegie sono andati distrutti dalle piogge: se è vero che il del prodotto 30% è destinato a rimanere nelle campagne e un altro 30% circa finisce scartato in fase di scelta, il 40% selezionato non è puro ma spesso risulta difettato. La "lunetta" causata dalle intemperie provoca una spaccatura sul picciolo, incrementando le percentuali di prodotto inservibile» ha spiegato.

Il bilancio tracciato da Di Pierro è severo nel suo realismo: «Il prezzo medio di vendita delle ciliegie nel 2018, di 1.60 euro al kg, non è stato sufficiente a coprire per intero i costi di produzione: è possibile stimare, per esempio, in circa 90 centesimi al kg l'incidenza delle sole operazioni di raccolta. Il maltempo di queste settimane ha messo in ginocchio tutto il comparto e di conseguenza l'intero tessuto economico biscegliese, perché la nostra città dipende moltissimo dal rendimento della sua agricoltura».

L'impressione, in ogni caso, è che i problemi non nascano oggi...
Il discorso è tutt'altro che complesso: mentre qualche altro stato europeo, come la Spagna, ha portato a compimento riforme agrarie con ripercussioni positive, l'Italia ha pensato ad altro. Gli spagnoli hanno scelto di finanziarie una quota parte del loro Psr (piano di sviluppo rurale) e dei fondi girati dall'Unione Europa per interventi chiari mirati al futuro dell'agricoltura: soldi per l'automazione, la meccanizzazione, la realizzazione di sistemi di copertura in grado di preservare le coltivazioni. Le organizzazioni agricole italiane hanno fatto altre scelte e i risultati si vedono...

Un deficit di visione strategica, insomma...
La vera innovazione tecnologica è in campagna e i soldi per finanziarla sono nel Psr.

Capitolo doloroso, quello delle garanzie assicurative a tutela degli imprenditori agricoli. Cosa accade?
Semplice: le assicurazioni hanno costi esorbitanti e gran parte degli operatori del comparto, penso soprattutto ai più piccoli, non possono permettersi di spendere cifre così elevate. È una questione di cui si parla già da troppo tempo, ma dato che non è stata risolta mi sembra evidente che qualcuno non sia stato in grado di fare il suo dovere.

Ma l'agricoltura italiana di cos'avrebbe bisogno?
Di un piano serio, che dia certezze e determini linee guida chiare. Niente di più. È inutile assistere a manifestazioni distinte di sigle differenti per sollevare problemi globali. Servirebbe maggiore coordinamento nella rappresentanza e molta più concretezza.

Lancio una provocazione: la ciliegia di Bisceglie esiste ancora o è solo una buona intenzione del passato?
Il Consorzio della ciliegia tipica di Bisceglie, formatosi diversi anni fa, si è arenato per volontà della più importante azienda esportatrice che influenzò alcune componenti del consorzio stesso. Si è parlato di riproporlo in questo periodo ma ciò che mi chiedo è: ci sono risorse nel bilancio comunale per finanziarne un rilancio?

Qual è il rapporto del comparto con l'attuale amministrazione?
Dispiace doverlo dire, ma al netto delle posizioni politiche non crediamo più alle parole di Angarano. L'agricoltore lo si può fregare una volta sola, non di più. La sua solidarietà al comparto non serve: ci servono atti concreti, come quelli sulla Tari. Purtroppo, l'impegno a non farla pagare agli agricoltori colpiti dalle gelate non è stato mantenuto. Questi sono i fatti.
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