Il caso Santamadonna: chiude il negozio storico, ma ora «porteremo un po' di Bisceglie in tutta Italia» - INTERVISTA

134 anni di attività: dalle radici del carretto del nonno alla sfida del digitale, «sui social abbiamo scelto l’autenticità»

giovedì 21 agosto 2025 10.32
A cura di Ida Vinella
Ha fatto notizia negli ultimi giorni la chiusura dello storico negozio Santamadonna di Bisceglie, in via Tupputi. Lunghe code davanti alle vetrine, prima di una radicale trasformazione per l'attività, che ha compiuto ben 134 anni di storia.

Era il 1891 quando Nunzio Ramelli, con il suo banchetto vicino alla Cattedrale di Bisceglie, vendeva scarpe e piccoli articoli, portando in strada non solo merci ma storie, sorrisi e legami di comunità, insieme alle "immaginette" di Santi e Madonne. Da lì nacque il nome Santamadonna, un negozio che per generazioni è rimasto vivo, con una storia molto speciale, legata soprattutto al periodo Covid: in un momento di forti incertezze, si è reinventato sposando le opportunità del web, e oggi, come fece il nonno Mimì che - grazie a un asinello - riuscì a portare il suo carretto oltre i confini di Bisceglie, nelle città vicine, Santamadonna torna ad essere itinerante, per proseguire la strada verso altre destinazioni.

La vostra storia inizia nel 1891: cosa ha significato e significherà per voi e la vostra famiglia questo "viaggio" lungo oltre un secolo?
Nunzio
: «134 anni non sono un unico viaggio, almeno per me. È sempre stata la stessa barca, ma ogni generazione è stata libera di fare il proprio viaggio. Ed è questo che significa per la nostra famiglia: libertà. Mio nonno ha fatto il suo viaggio, mio padre Mimì il suo, io il mio. Ora tocca a Giogi e Peppa fare il loro. Il mio ruolo? Accompagnarle, come la generazione precedente ha sempre fatto con quella nuova. Quello che non cambia mai sono i valori che soffiano nelle vele di questa barca: rispetto, dignità, unione e amore per il proprio lavoro.

Quando vedo il coraggio delle mie figlie nel portare Santamadonna oltre i confini che io non avrei mai immaginato, non provo nostalgia per il passato. Provo orgoglio per il futuro. Perché stanno navigando con gli stessi valori, ma verso orizzonti che solo la loro generazione poteva vedere».

Durante la pandemia la vostra realtà ha subito un cambiamento profondo: anche sulle pagine di BisceglieViva rilanciammo un video del vostro staff, diventato virale sul web. Oggi, ripensando a quei giorni, che emozioni provate?
Licia: «Il cambiamento è stato una scelta, una risposta, una volontà forte di non crollare. Forse la nostra fortuna è stata proprio quella di non subire un cambiamento ma di cogliere un'opportunità.
Il buio di quei giorni ci ha fatto scoprire una forza incredibile. Ripensandoci oggi, riguardando quel video, provo gratitudine per aver avuto il coraggio di buttarci, di metterci la faccia, di aver seguito la visione dei nostri figli. Quel video rappresentava la nostra disperazione ma anche la nostra determinazione.

L'emozione più grande? Sicuramente l'orgoglio di non esserci arresi, l'orgoglio di aver trasformato la paura in coraggio. Ricordo come fosse ieri le prime umiliazioni e i primi commenti di scherno. Ma ricordo ancora meglio l'amore di chi non ci conosceva, era lontana, ma si fidava di noi».

In tempi difficili siete stati pionieri del Livestream Shopping e di quanto i social possano essere un volano pazzesco per il commercio e la visibilità. Come imprenditori ci avete sempre "messo la faccia". Quanto vi ha segnato, umanamente, questa vostra capacità di restare autentici e visibili, anche quando tutto intorno era incerto? E cosa è cambiato fino ad oggi?
Giogi: «Non mi sento pioniera del livestream shopping perché fuori dall'Italia esisteva e funzionava già bene. Più che altro abbiamo importato la pratica rendendola più nostra. L'autenticità invece è un tema che mi sta molto a cuore. In un mondo social molto costruito, quasi artefatto, abbiamo scelto di metterci a nudo con tutta la nostra vulnerabilità.

Qualcuno dice 'ci avete messo la faccia', ma non è così. Noi ci abbiamo messo il cuore, l'anima, le braccia, tutto quello che avevamo. E ha funzionato, perché era vero, autentico. Non dimentichiamoci che all'inizio eravamo compagnia, conforto, calore... Dall'altro lato del telefono c'erano persone come noi. Non eravamo le migliori venditrici e infatti per un anno non abbiamo venduto. Le vendite sono arrivate dopo, ciò che invece è arrivato subito è stato l'amore, l'emozione, l'empatia. Poi è arrivata la fiducia perché secondo me l'abbiamo conquistata con le competenze, la passione e la serietà».

Santamadonna: la storia del negozio a Bisceglie
Santamadonna: la storia del negozio a Bisceglie
Santamadonna: la storia del negozio a Bisceglie
Santamadonna: la storia del negozio a Bisceglie

Chiudere un negozio storico come quello di via Tupputi può sembrare quasi un "tradimento" al commercio di prossimità. Come state vivendo, a livello emotivo, la scelta di lasciare la vostra storica sede e partire per percorsi itineranti?
Peppa
: «Sai qual è uno dei commenti che riceviamo più spesso? 'Quando venite nella mia città?' A me questa domanda fa pensare all'esatto opposto del tradimento. Anzi mi fa pensare alla celebrazione della prossimità, del contatto, della voglia di incontrarsi, conoscersi, abbracciarci. Dall'inizio abbiamo promesso 'lontane ma vicine', adesso stiamo mantenendo quella promessa. Non solo con la tecnologia ma con i nostri temporary shop e tutti gli eventi che stiamo organizzando. La prossimità di cui dovremo parlare nei prossimi anni è quella emotiva, non soltanto geografica.

Abbiamo chiuso solo un capitolo, ma la nostra storia continua e con noi porteremo sempre la nostra tradizione, i nostri valori, i nostri 134 anni di amore per questo lavoro».

Ora che Santamadonna lascia fisicamente Bisceglie, vi chiediamo: si tratta di un "addio", oppure il legame con la città resterà vivo? Quali sono i ricordi – nel bene e nel male - che porterete con voi?
Mauro
: «Bisceglie non è solo il posto dove abbiamo lavorato, è il posto dove viviamo, dove crescono i nostri figli, dove abbiamo scelto di tornare dopo aver fatto esperienza fuori. Non si dice mai addio alla propria identità, le radici sono qui. Fino ad ora abbiamo portato un po' di Italia a Bisceglie, e in questi giorni quanti amici sono venuti anche da lontanissimo!

Adesso porteremo un po' di Bisceglie in tutta Italia. Il legame con la città resterà vivo e ci saranno tante novità top secret.

Forse sono la persona sbagliata per parlare di ricordi, io sono arrivato dopo! Però in questi ultimi 4 giorni durante i quali sono venute migliaia di persone a trovare la famiglia Santamadonna, ho sentito solo storie di amore, di rispetto, di umanità. Ho visto tante lacrime di gioia, tanti abbracci sinceri, regali, fiori, bigliettini.

Io porto un ricordo fortissimo con me. Un'amica, una signora di cui non farò il nome. Non ci eravamo mai incontrati, ma ci seguiva e venne a conoscerci a un temporary shop di Roma. Appena entrata fu di un'antipatia incredibile. Si comportò veramente come la peggiore delle clienti. Non acquistò niente e chiese che le fosse omaggiato il regalo per chi fosse venuto a trovarci. Ricevette il regalo naturalmente e poi si presentò. E disse 'volevo mettervi alla prova e vedere se tutto questo fosse vero'. Ci abbracciò e poi iniziò a fare shopping sul serio. Stamattina sono andato a controllare: ha fatto 58 ordini in 2 anni da quando è diventata cliente. Ah, ordini sul sito, poi viene anche a trovarci a ogni temporary!».
Il caso Santamadonna: chiude il negozio storico, ma ora «porteremo un po' di Bisceglie in tutta Italia»
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