Inizia DigithON, «se l’IA diventa strumento di armi e propaganda, non stiamo parlando di progresso»
Parla Francesco Boccia, ideatore della manifestazione, nella giornata di apertura a Bisceglie
giovedì 11 settembre 2025
12.26
Intelligenza artificiale: progresso o apocalisse? "Ogni rivoluzione capitalistica, nella storia dell'umanità, ha infranto schemi, trasformato comportamenti sociali, generato opportunità e insieme nuove diseguaglianze. È sempre spettato alla politica il compito di impedire che profitti e potere si fondessero in un dominio incontrollabile. Quando questo non è accaduto, la storia ha conosciuto guerre e conflitti", così l'ideatore e fondatore di DigithON Francesco Boccia, ha aperto la decima edizione della maratona digitale in corso fino al 13 settembre a Bisceglie.
Boccia ha proseguito: "Tutti speravamo che la stagione della società digitale fosse diversa. Che la rivoluzione capitalistica più dirompente di sempre – quella alimentata dall'intelligenza artificiale – aprisse spazi di libertà e non nuove forme di oppressione. E invece oggi vediamo le tecnologie più raffinate piegate a logiche di dominio, a strategie militari, a manipolazioni di massa. Se l'IA diventa strumento di armi e propaganda, non stiamo parlando di progresso: stiamo assistendo a una deriva che può minacciare la sopravvivenza stessa dell'umanità".
"Il compito della politica è chiaro e non rinviabile: fermare questa deriva, costruendo regole globali, condivise, capaci di orientare l'innovazione verso la pace, la giustizia sociale, la sostenibilità. Perché una tecnologia così potente non può trasformarsi nell'ennesima arma nelle mani di pochi. Oggi la democrazia ha una responsabilità storica: impedire che l'intelligenza artificiale diventi la strada verso la fine del mondo, e trasformarla invece nella via di una speranza nuova, umana e universale", ha concluso.
Boccia ha proseguito: "Tutti speravamo che la stagione della società digitale fosse diversa. Che la rivoluzione capitalistica più dirompente di sempre – quella alimentata dall'intelligenza artificiale – aprisse spazi di libertà e non nuove forme di oppressione. E invece oggi vediamo le tecnologie più raffinate piegate a logiche di dominio, a strategie militari, a manipolazioni di massa. Se l'IA diventa strumento di armi e propaganda, non stiamo parlando di progresso: stiamo assistendo a una deriva che può minacciare la sopravvivenza stessa dell'umanità".
"Il compito della politica è chiaro e non rinviabile: fermare questa deriva, costruendo regole globali, condivise, capaci di orientare l'innovazione verso la pace, la giustizia sociale, la sostenibilità. Perché una tecnologia così potente non può trasformarsi nell'ennesima arma nelle mani di pochi. Oggi la democrazia ha una responsabilità storica: impedire che l'intelligenza artificiale diventi la strada verso la fine del mondo, e trasformarla invece nella via di una speranza nuova, umana e universale", ha concluso.