«Non un "sistema" diffuso nel Tribunale di Trani»
Il presidente dell'Ordine degli avvocati Bertolino: «Chi ha sbagliato è giusto che paghi»
giovedì 9 luglio 2020
17.35
«Chi ha sbagliato è giusto che paghi. Qualunque sia il ruolo che occupi nella società. Così come è sempre opportuno non fare di tutta l'erba un fascio. Il quadro che viene fuori dalla sentenza di primo grado stabilisce che non si trattava certo di un "sistema" diffuso nel Tribunale di Trani, ma era solo il comportamento illecito di ben individuati magistrati ed altrettanti avvocati. Non per questo si deve generalizzare e scagliare fango su chi quotidianamente è impegnato a garantire il rispetto della legge ed i diritti dei cittadini». Queste le parole con cui Tullio Bertolino, presidente dell'Ordine degli avvocati di Trani, si è espresso subito dopo la sentenza emessa dai giudici di Lecce nel processo con rito abbreviato in cui erano confronti di magistrati e avvocati del foro di Trani.
«L'aspetto per noi più rilevante è che i giudici salentini abbiano riconosciuto i danni subiti dall'Ordine degli Avvocati di Trani a nome di tutta la categoria, condannando gli imputati al risarcimento economico in favore dell'Ordine che sin da subito aveva avuto il coraggio di costituirsi parte civile in questo procedimento» ha aggiunto.
«Seguiremo questa vicenda fino in fondo, negli ulteriori gradi di giudizio e prenderemo gli opportuni provvedimenti nei confronti di chi sarà accertato in modo definitivo aver violato norme deontologiche e leggi dello Stato gettando ombre su tutta la categoria» ha concluso Bertolino.
«L'aspetto per noi più rilevante è che i giudici salentini abbiano riconosciuto i danni subiti dall'Ordine degli Avvocati di Trani a nome di tutta la categoria, condannando gli imputati al risarcimento economico in favore dell'Ordine che sin da subito aveva avuto il coraggio di costituirsi parte civile in questo procedimento» ha aggiunto.
«Seguiremo questa vicenda fino in fondo, negli ulteriori gradi di giudizio e prenderemo gli opportuni provvedimenti nei confronti di chi sarà accertato in modo definitivo aver violato norme deontologiche e leggi dello Stato gettando ombre su tutta la categoria» ha concluso Bertolino.