Regionali, no da 5 Stelle e ItaliaViva a Emiliano

Inutili finora le aperture del presidente uscente a pentastellati e renziani. Spunta l'ipotesi di un incarico di Governo e di un clamoroso ritiro dalla competizione elettorale

venerdì 19 giugno 2020 9.53
A cura di Vito Troilo
Domenica 20 e lunedì 21 settembre, secondo gli intendimenti del Governo, gli elettori pugliesi dovrebbero essere chiamati a eleggere il loro presidente e a definire la composizione del consiglio regionale. L'utilizzo del condizionale è d'obbligo, considerato il caos negli schieramenti politici e soprattutto le evidenti criticità emerse in parlamento nelle procedure di approvazione del decreto elezioni: giovedì, al Senato, è accaduto di tutto, dal clamoroso blitz delle opposizioni, capaci di far passare un emendamento che avrebbe impedito all'esecutivo di porre la questione di fiducia alla successiva toppa piazzata dalla maggioranza, fino al voto vero e proprio sul provvedimento al quale però, secondo i calcoli effettuati in seguito, è mancato il numero legale. Tutto da rifare nella giornata di venerdì.

La confusione a Palazzo Madama è cartina tornasole di un disagio diffuso e bipartisan sui territori. Se il tavolo nazionale del centrodestra non solo non produce la fumata bianca ma addirittura fa registrare ulteriori interruzioni, sul versante opposto la situazione - specie riguardo la partita in Puglia - è sempre più complicata. Il presidente uscente Michele Emiliano ha intensificato il forcing su 5 Stelle e centristi, evocando a più riprese, nelle ultime ore, la necessità di una larga convergenza sul modello di quanto accaduto a Roma e rimarcando il suo ruolo di mediatore nella costruzione dell'intesa tra il premier Conte e il segretario dem Zingaretti. Tutto inutile, finora, a giudicare dalle reazioni degli interlocutori: al secco "niet" di Antonella Laricchia, pretendente pentastellata alla presidenza (a proposito: gira voce di una lista civica a suo sostegno) hanno fatto seguito le parole di Matteo Renzi. L'ex presidente del consiglio, a specifica domanda nel corso della presentazione del suo ultimo libro "La mossa del cavallo", si è espresso con una frase eloquente: «Per quale cavolo di motivo dovremmo appoggiare Emiliano?».

Mentre sfuma qualsiasi possibilità di sinergia con 5 Stelle e Italia Viva (oltre che con Più Europa e Azione, che dovrebbero chiudere l'accordo coi renziani sulla candidatura di Scalfarotto), trapelano indiscrezioni su un improvviso e clamoroso disimpegno dello stesso Emiliano. Secondo l'editore di Telebari Dante Mazzitelli il governatore pugliese potrebbe uscire di scena a seguito all'accettazione di un incarico ministeriale in forza dell'imminente rimpasto di Governo. Candidato alla presidenza, di conseguenza, sarebbe l'ex Prefetto Antonio Nunziante, vice di Emiliano. Un'ipotesi remota, non c'è dubbio. La sensazione è che i due principali schieramenti non siano mai stati, in Puglia, così poco compatti. Molto, forse quasi tutto, si deciderà lontano da Bari.