Porto (repertorio)
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Il caffè del filosofo

Sistema porti: ciò che non ci appartiene

Non tutto è proprietà privata, non tutto può essere sfruttato. Questa è la scommessa della sostenibilità

Un Paese, come l'Italia, che vuole riprendere la propria attività, soprattutto uscendo dalla crisi pandemica da Covid-19, non può non guardare alla gestione e alla ricchezza dei sistemi portuali.
Questo lo sappiamo bene e ne siamo sempre più consapevoli, data la grande quantità di merci e di scambi che avviene, oggi come in passato, attraverso il sistema portuale nazionale.

Per fare questo, il Recovery Plan ha previsto dei sovvenzionamenti anche per quanto riguarda la rigenerazione delle città portuali e, in particolare delle aree portuali. Sono nati, dunque, su tutto il territorio nazionale le Autorità di sistema portuale (Adsp), le quali sono state incaricati di attuare il Documento energetico-ambientale per i sistemi portuali (Deasp). Interessante, a prima vista, è la riflessione sulle parole che vengono utilizzate, prima ancora dei vari progetti che riguarda l'efficacia energetica dei porti.

Si tratta, in prima battuta, di considerare i porti come sistema. Non considerare i porti solo come il limite della terra ferma da cui poi si passa all'acqua, come neanche solo uno scambio fra la terra e il mare, ma come un vero e proprio sistema che cerca di sussistere di per sé. Un sistema, infatti, è costituito da una pluralità di elementi che interagiscono fra di loro. Il come questi elementi interagiscono possiamo definirla complessità, mentre la quantità delle interazioni e degli elementi stabilisce il grado di complessità di un sistema. Ora, ogni grado di complessità produce una sorta di entropia all'interno di un sistema, ovvero una sorta di dispersione, di disordine, per cui dopo ogni interazione rimane sempre un residuo di materia che viene dispersa.

La sostenibilità di un sistema consiste nel diminuire progressivamente il grado di entropia, non solo rimettendo all'interno del sistema ciò che viene disperso, ma consentendo al sistema di riprodurre da solo ciò che disperde. Se nel primo caso, dunque, parliamo di un efficientamento delle strutture, nel secondo parliamo del rinnovabile. Questi sono i due poli su cui, oggi, si gioca la scommessa sui sistemi in generale e sui porti in particolare. In una consultazione sul tema dei porti da parte dell'Istituto nazionale di urbanistica, Roberto Ballarotto scrive:

I Deasp redatti hanno utilizzato compiutamente il metodo semplificato elaborato e proposto nelle linee guida, che ha il merito di aver definito l'analisi della domanda, che nell'Acb tipica esprime i fabbisogni dell'utenza (es. previsioni di traffico per una nuova autostrada), come analisi delle esigenze, non solo degli utilizzatori (minori costi di gestione), ma anche della collettività (inquinamento) o derivanti da normative, direttive e convenzioni, sia nazionali, che internazionali (accordo di Parigi). Così i Deasp redatti, applicando la metodologia proposta con l'applicazione di semplici tabelle, che monetizzano (€/MWh) i costi esterni evitati per il risparmio di energia fossile, hanno facilmente portato ad una graduatoria di merito degli interventi programmati, dando ai migliori la priorità. (1)

I porti costituiscono un vero e proprio sistema in quanto sono luoghi di interazioni complesse fra i cittadini, fra coloro che giungono dalle navi, fra le merci che arrivano e quelle che partono, fra i macchinari utilizzati e il come vengono mantenuti, fra i moti ondosi e la salsedine che corrode i materiali, i progetti di riqualificazione, l'attrattività turistica e le politiche ambientali messe in atto.
Ogni porto, in ogni città in cui si trova, è un epicentro culturale nel senso che determina profondamente lo stile di vita dei cittadini. Per questo motivo, pensarlo come sistema ci aiuta a ridefinirlo non solo attraverso delle normative, ma come punto di dialogo, come elemento simbolico che garantisce un dialogo e che permette l'apertura verso ciò che, prima o poi, ci occorre rassegnarci a non guardare più come nostra proprietà. Infatti, il sistema-porto, nella sua simbolicità e nei suoi orizzonti di sostenibilità ci permette di riconoscere che non tutto ciò appartiene, non tutto è proprietà privata, non tutto può essere sfruttato. Questa è la scommessa della sostenibilità nei porti.


1 - R. Ballarotto, Opportunità di miglioramento ambientale per le città portuali, newsletter Inu del 12 dicembre 2020.
  • porto Bisceglie
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