Amnesty International nella programmazione di "Cinema sotto le stelle"

Gli attivisti discuteranno del film "Flee"

martedì 2 agosto 2022 13.20
Il Gruppo Giovani 063 di Amnesty International di Bisceglie sarà presente all'interno della programmazione annuale del "Cinema sotto le stelle", la rassegna di proiezioni cinematografiche organizzata negli spazi dell'Arena Parco delle Beatitudini per allietare le calde serate estive biscegliesi. L'appuntamento è fissato per mercoledì 3 agosto, a partire dalle 21, con la presentazione e la discussione del film "Flee": la storia di un uomo, di nome Amin, che decide di rivelare per la prima volta un doloroso segreto, nascosto per oltre vent'anni. Con una triplice candidatura agli Oscar: miglior film internazionale, miglior film d'animazione e miglior documentario, rappresenta un'occasione unica per tornare a parlare di chi fugge e del perché lo fa.

«Nel corso di questo tragico anno, contrassegnato da grandi sconvolgimenti geopolitici, la geografia delle fughe si è profondamente intensificata, andando sempre più a congestionare i corridoi umanitari a sostegno del crescente numero di profughi e richiedenti asilo. Le nuove ondate di profughi non devono però mettere in secondo piano chi, quel viaggio di salvezza, lo ha già intrapreso da tempo; chiunque fugga da discriminazioni, catastrofi ambientali, umanitarie e guerre deve essere accolto. Per questo abbiamo deciso di presentarvi la storia di Amin e con la sua quella di tanti altri richiedenti asilo provenienti dall'Afghanistan e ancora oggi bloccati al confine con la Polonia e la Bielorussia. Si tratta di ben 32 persone tra uomini, donne e bambini di cui Amnesty, da quasi un anno, si sta occupando nell'ambito della petizione: "Polonia: Proteggere gli afgani bloccati alla frontiera» hanno spiegato gli attivisti.

Poi hanno aggiunto e concluso: «Sin da subito Amnesty International ha richiesto alle autorità polacche di ammettere i richiedenti asilo sul territorio per permettere loro di ricevere assistenza e protezione, in linea con il diritto internazionale europeo. La stessa Cedu (Corte europea dei diritti dell'uomo) aveva ordinato alla Polonia di rifornire il gruppo di 32 afgani di cibo, acqua, vestiti, cure mediche adeguate e possibile riparo temporaneo. Tutte richiese inascoltate».