Carenza di servizi per l'infanzia e occupazione femminile: i dati di Bisceglie

Inverno demografico in tutta Europa, ma l'Italia è il fanalino di coda di tutte le classifiche

mercoledì 13 marzo 2024 18.22
A cura di Cristina Scarasciullo
L'Europa sta affrontando una sfida demografica senza precedenti: l'invecchiamento della popolazione. Gli indici di natalità e mortalità sono diametralmente opposti a quelli dell'inizio del millennio, che già avevano fatto registrare delle flessioni rispetto al passato. In questo contesto, l'Italia è lo Stato membro dell'Unione Europea con il tasso di natalità più basso (0,67%), in netto contrasto con una media europea dello 0,91% nel 2022. Bisceglie, pur mantenendosi in linea con le medie nazionali, sperimenta anch'essa un tasso di natalità al di sotto del 1%, fermandosi allo 0,71%.

Un dato preoccupante riguarda la partecipazione femminile al mondo del lavoro. In Italia, una donna su cinque lascia il lavoro dopo la nascita di un figlio, contribuendo a un tasso di occupazione femminile (62,6%) notevolmente inferiore alla media europea (76,2% nel 2022). Questa disparità sottolinea come i carichi di cura familiari ricadano prevalentemente sulle spalle delle donne. Analizzando la situazione specifica di Bisceglie, emerge che su 8.464 donne nella fascia d'età 25-49 anni, solo il 53% è occupato. Sebbene questo sia al di sotto della media nazionale, è superiore alla media del Mezzogiorno, che si attesta intorno al 47,1%.

La mancanza di accesso a servizi educativi per la prima infanzia è un ostacolo significativo per il mantenimento delle donne nel mondo del lavoro. Questo problema è alimentato sia dai costi elevati che dalla carenza generalizzata di tali servizi sul territorio. Per colmare il divario e aumentare il tasso di occupazione femminile, è imperativo estendere l'accessibilità e la disponibilità di servizi per la prima infanzia. Questa connessione è stata identificata anche a livello europeo, riflettendo gli sforzi delle politiche dell'Unione Europea. Nonostante i progressi compiuti nell'ultimo decennio nell'aumentare i posti disponibili nei servizi per l'infanzia in Italia (da 22,5 a 28 ogni 100 bambini), il paese non ha ancora raggiunto la soglia del 33% indicata nel 2002.

Il rapporto evidenzia una correlazione diretta tra la presenza di servizi per l'infanzia e l'occupazione femminile. Questo circolo virtuoso o vizioso indica che nelle aree con minore occupazione femminile, la percezione dell'importanza dei servizi per l'infanzia è ridotta e viceversa. Questa relazione sottolinea l'urgenza di una strategia integrata per invertire la tendenza e promuovere una partecipazione femminile più equa e sostenibile nel mercato del lavoro.