Caso Segre, l'Anpi Bisceglie: «Condannare e agire»
Piena solidarietà alla senatrice a vita dall'associazione dei partigiani
lunedì 11 novembre 2019
1.13
Nota della sezione "Michele D'Addato" di Bisceglie dell'Anpi, l'associazione nazionale partigiani d'Italia, in merito alle recenti vicende riguardanti la senatrice a vita Liliana Segre e alla necessità di scorta armata in sua difesa emersa nei giorni.
«Facciamo nostra la preoccupazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Erano diversi mesi che la senatrice denunciava atti di violenza verbale sui social in un crescendo sempre più preoccupante e pericoloso.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla senatrice Segre, ultima sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, e facciamo appello alle coscienze di tutti gli italiani e le italiane (di qualsiasi orientamento politico e credo religioso) affinché finiscano questi deplorevoli e vili attacchi nei suoi confronti, simbolo di una barbarie da condannare senza se e senza ma.
Il clima sta cambiando e ci preoccupa la crescente violenza e gli episodi di razzismo che sentiamo e leggiamo quotidianamente sui giornali testimoniano che non è più tempo di parlare ma di condannare e di agire affinché termini questa pericolosa deriva "fascista"».
«Facciamo nostra la preoccupazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Erano diversi mesi che la senatrice denunciava atti di violenza verbale sui social in un crescendo sempre più preoccupante e pericoloso.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla senatrice Segre, ultima sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, e facciamo appello alle coscienze di tutti gli italiani e le italiane (di qualsiasi orientamento politico e credo religioso) affinché finiscano questi deplorevoli e vili attacchi nei suoi confronti, simbolo di una barbarie da condannare senza se e senza ma.
Il clima sta cambiando e ci preoccupa la crescente violenza e gli episodi di razzismo che sentiamo e leggiamo quotidianamente sui giornali testimoniano che non è più tempo di parlare ma di condannare e di agire affinché termini questa pericolosa deriva "fascista"».