Cdp, in progetto una residenza per la cura dei disturbi del comportamento alimentare

L'amministrazione straordinaria ha presentato la proposta agli uffici regionali competenti

martedì 8 agosto 2017 10.26
A cura di Vito Troilo
Tra i complessi facenti capo alla Casa della Divina Provvidenza, tutt'ora in amministrazione straordinaria, potrebbe presto sorgere una residenza terapeutico-riabilitativa extraospedaliera destinata a soggetti affetti da disturbi del comportamento alimentare. È stato presentato in questi giorni presso gli uffici regionali competenti un progetto volto all'ottenimento dell'autorizzazione alla realizzazione per trasformazione (cioè senza l'effettuazione di lavori) di alcuni spazi in una struttura con 20 posti letto, ideata per il soddisfacimento del fabbisogno territoriale delle province Bat e Foggia. In caso positivo, la residenza sarebbe ubicata al secondo piano del Padiglione 10/B, in zona adiacente a quella riservata ai venti posti letto della riabilitazione Alzheimer.

«Il progetto per la cura dei disturbi del comportamento alimentare, oltre a fornire una importante risposta alle esigenze di salute del territorio, potrà portare significativi vantaggi economici per la Casa della Divina Provvidenza, attraverso il processo di conversione dei servizi attualmente resi» ha affermato il commissario straordinario Bartolo Cozzoli.

L'anoressia nervosa, la bulimia nervosa, il disturbo da alimentazione incontrollata e le altre patologie rientranti nei disturbi del comportamento alimentare alterano profondamente la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie e possono provocare conseguenze fisiche, anche gravissime, quali insufficienza renale, osteoporosi, alterazioni cardiovascolari; in alcuni casi, anche la morte. Secondo le ultime statistiche colpiscono circa tre milioni di persone in Italia e rappresentano la seconda causa di morte tra le adolescenti di sesso femminile dopo gli incidenti stradali. L'età media di coloro che sono afflitti da quest'autentica piaga purtroppo continua ad abbassarsi.

La regione Puglia ha recentemente individuato l'apertura di una residenza con la possibilità di gestione sia pubblica che privata. La Casa della Divina Provvidenza assumerebbe un ruolo ancora più rilevante nell'ambito del circuito della riabilitazione del Dipartimento di salute mentale dell'Asl Bt. La struttura accoglierebbe pazienti ambosessi, di età superiore ai 14 anni, in condizioni familiari o di contesto non adeguate alla loro permanenza in casa, che comunque non richiedono ricovero in ambiente ospedaliero. Gli obiettivi di una residenza per la cura dei Dca sono la normalizzazione del comportamento alimentare e del peso, il miglioramento delle condizioni cliniche generali e il miglioramento della psicopatologia specifica del disturbo e della sintomatologia ad esso associata. Il trattamento residenziale è altamente strutturato con attività quotidiane settimanalmente programmate e prevede un programma riabilitativo completo.

Il progetto prevede un'équipe formata da un responsabile medico psichiatria, uno psicologo specialista in psicoterapia, 9 fra educatori professionali, tecnici della riabilitazione psichiatrica e infermieri, due operatori socio sanitari a tempo pieno, un medico internista per 12 ore settimanali, un medico Npia per 6 ore settimanali, uno specialista in scienze dell'alimentazione per 12 ore settimanali, un dietista, un fisioterapista per 24 ore settimanali, un assistente sociale per 24 ore settimanali con accessi programmati, esperti in convenzione delle diverse forme espressive (arti visive, teatro, scrittura, tecniche artigianali, ecc.) e per le attività di danza, rilassamento, yoga, ginnastica.

«Con questo progetto ci poniamo già un momento dopo il salvataggio della Casa della Divina Provvidenza, speranzosi che la stessa struttura possa avere anche un grande rilancio nel panorama nazionale dell'assistenza sanitaria» ha concluso Cozzoli.