Ciclovia adriatica, le criticità e proposte evidenziate da Pro Natura

«Ecco perché bocciamo il piano "road book" pubblicato dalla Regione Puglia»

lunedì 11 luglio 2022 11.45
La ciclovia Adriatica è un progetto nazionale che si prefigge di collegare la provincia di Trieste col Salento, puntando sulla mobilità sostenibile con la creazione di percorsi ciclabili per migliorare la qualità della vita e la fruibilità dei luoghi.

Pro Natura si è interrogata su quali percorsi riguarderanno il percorso biscegliese: «Secondo il "road book" pubblicato dall'assessorato alle infrastrutture strategiche e mobilità della Regione Puglia, l'itinerario numero 6 partirebbe da Trani sulla via Pozzo Piano. Al sottopasso della 16 bis prendiamo a sinistra la complanare che diventa via Crosta poi via Cavour ormai in Bisceglie. Seguendo il percorso urbano (Via Imbriani) attraversiamo la parte meridionale della città fino agli ultimi nuovissimi quartieri, prima di raggiungere la zona commerciale. Percorso piatto e alquanto movimentato. Tratto della SS 16 che costeggia la zona commerciale di Bisceglie, soggetto a traffico notevole anche per la presenza di vari accessi alla 16 bis.
Secondo invece il sito di Bicitalia la ciclovia arriverebbe a Bisceglie attraversando il Ponte Lama, per poi continuare seguendo la costa di ponente, passando per l'area portuale fino a giungere alla zona Bi-Marmi, dove devia per via Pantano fino alla via Imbriani verso Molfetta».

Il gruppo ha poi evidenziato i problemi, le criticità e le loro proposte: «Bocciamo il "road book" in quanto conduce i cicloamatori attraverso un percorso accidentato, costellato di buche, discariche abusive e particolarmente rischioso per la presenza del traffico di mezzi pesanti. Il percorso di Bicitalia costringe il ciclista a passare dalla pericolosa strozzatura del Ponte Lama e a percorrere le disastrate piste ciclabili urbane, che sono utilizzate come parcheggio dalle automobili o addirittura non esistono o sono scomparse. Entrambi i percorsi ignorano completamente i tratti paesaggisticamente più belli e interessanti, ovvero la pista ciclopedonabile di 1.3km delle grotte di Ripalta (in deplorevole abbandono), via Ripalta e carrara le Difese, nonché tutta la pregevole viabilità delle Lame di Croce e di Macina che risponderebbero ai criteri ispiranti la stessa ciclovia».

Poi ha proseguito: «Proponiamo una cartellonistica che guidi i cicloamatori lungo i luoghi più suggestivi e interessati per la mobilità lenta. Una soluzione moderna potrebbe essere il colore delle piste ciclabili diversificato a seconda degli itinerari. A nostro avviso è da preferire il percorso costiero, in previsione del completamento del lungomare sud di Trani e del prolungamento della pista ciclabile di Levante fino a Molfetta. Per questo è auspicabile che il tratto ciclopedonabile delle Grotte di Ripalta sia indicato nelle mappe, affinché il visitatore possa deviare dal percorso per conoscere le nostre bellezze paesaggistiche» ha aggiunto l'associazione.

«Che fine ha fatto la nostra dettagliata e lungimirante proposta progettuale? In quel progetto abbiamo indicato con precisione i percorsi più consoni alla mobilità lenta. L'assenza di dialogo con l'amministrazione Angarano sta penalizzando il dibattito sui temi ambientali e, purtroppo, assistiamo basiti a vacui confronti sui social, che a volte degenerano in insulti gratuiti e a minacce di querele. Noi chiediamo che il confronto ritorni nella sede istituzionale della Consulta dell'ambiente, affinché questa non sia l'ennesima occasione persa che potrebbe penalizzare l'intera comunità» ha concluso il presidente Mauro Sasso.