Commercialista indagato, l'Ordine: «Non si getti fango sull'intera categoria»

Soldani: «Abbiamo il dovere di appurare quanto accaduto e fare eventualmente pulizia»

martedì 1 febbraio 2022 17.00
Il consiglio dell'Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Trani ha espresso piena fiducia nell'operato della magistratura e delle forze dell'ordine in merito all'operazione delle Fiamme Gialle in cui è rimasto coinvolto un professionista biscegliese (clic per saperne di più), assicurando di aver avviato le procedure previste dalla legge per il vaglio del Consiglio di disciplina, ragione per cui sono stati chiesti gli atti alla Procura di Rimini, titolare dell'indagine. Sono in tutto 78 le persone, tra imprenditori, prestanome e tre commercialisti, coinvolte nell'inchiesta che ha interessato molte regioni italiane tra cui la Puglia.

Dalle notizie giornalistiche sembra che i reati siano stati commessi nell'ambito della gestione dei bonus edilizi e legati al COVID, che hanno ridato fiato al comparto edilizio in tutta Italia. Forse persino troppo, stando a quanto osservato dal biscegliese Antonello Soldani, presidente dell'Odcec di Trani: «Questa inchiesta non ci ha sorpresi nella sostanza: non è la prima e non sarà l'ultima su questi benefici ma solo per le persone coinvolte. Mi auguro che il collega possa riuscire presto a dimostrare la completa estraneità rispetto alle accuse contestate. Me lo auguro per il suo bene ma anche per il bene della nostra categoria che merita rispetto e piena dignità per il ruolo sempre più complesso cui siamo chiamati; conosciamo tutti benissimo l'avvicendarsi di norme, circolari, chiarimenti, faq, contro-ordini dell'Agenzia delle Entrate su tantissimi aspetti di questi benefici» ha commentato.

Soldani ha sottolineato: «Non possiamo fare come gli struzzi che nascondono la testa sotto la sabbia per non vedere il vero problema. Per come sono stati pensati e messi in pratica i sistemi dei bonus edilizi e dei contributi dell'era-Covid, per non parlare del redito di cittadinanza, era chiaro fin dal primo momento che avrebbero prestato il fianco a colossali truffe. Cosa che si è puntualmente verificata. Troppe condizioni discrezionali, troppi anticipi economici prima ancora dell'avvio dei lavori, troppe carte prive di sostanza ed infine troppe cessioni di credito che hanno provocato una smisurata erezione di cantieri, un sensibile incremento dei prezzi delle materie prime non prodotte in Italia, la nascita smisurata di imprese edilizie destrutturate, l'interesse di operatori finanziari che hanno acquistato crediti all'80% del valore nominale. Per cui era chiaro che inevitabilmente il sistema bonus avrebbe richiamato l'interesse di forze criminali nel tessuto economico del Paese. Un legislatore attento e competente e i dirigenti ministeriali avrebbero potuto pensarci prima formulando meglio leggi e regolamenti. Ora è troppo tardi. E siamo solo all'inizio delle scoperte degli inquirenti».

Il rappresentante dei commercialisti del circondario si è augurato «che l'inchiesta non penalizzi cittadini e professionisti onesti che svolgono la propria attività con impegno, orgoglio e seguendo tutte le norme di legge e della deontologia professionale. Come Ordine abbiamo il compito di appurare quanto accaduto e fare eventualmente pulizia. Ma se qualcuno ha sbagliato non può certo pagare l'intera categoria che mi onoro di rappresentare».