Gestione dei musei, Bisceglie Civile lancia l'idea: una fondazione per riattivare i servizi culturali a Bisceglie

Ecco cosa, secondo gli attivisti dell'associazione, non funziona nella gestione dei contenitori culturali e come si dovrebbe agire per garantire un futuro turistico alla città

martedì 3 ottobre 2017
A cura di Serena Ferrara
Bisceglie Civile, il gruppo civico coordinato da Grazia Amoruso, torna a dare voce ai cittadini propositivi. Traccia un bilancio di fine estate e avanza una serie di proposte, che riguardano cultura, turismo e valorizzazione del patrimonio storico - architettonico della città.
I liberi attivisti di Bisceglie Civile partono da un dato di fatto: nelle linee programmatiche 2013-2018 (pagina 15: Cultura e Beni culturali), l'Amministrazione comunale si proponeva, tra altre cose, di «Assicurare una migliore fruizione dei siti di valore storico ed artistico, nonché degli spazi museali anche inserendoli in una rete organica che comprenda: il museo diocesano, il museo archeologico, il museo etnografico, il museo del mare e il nuovo museo presso Palazzo Tupputi» e, al punto successivo, la «Attivazione di un percorso guidato archeologico: dolmen, grotte S. Croce, orme di dinosauro ecc.».
E il dato di fatto è che: «A stagione turistica ormai avviata alla sua conclusione, ci sembra che entrambi questi punti siano stati disattesi».
Alcuni esempi: «Il museo diocesano (che non è di competenza comunale) è visitabile solo previa prenotazione. Il museo civico archeologico è normalmente chiuso e viene aperto su richiesta e sulla base della disponibilità di personale comunale volenteroso, solitamente (e giustamente) fuori servizio nei giorni festivi, quando più folta si suppone la presenza turistica. Il museo etnografico, visitabile in orari abbastanza stabili, non è comunale ma di proprietà dell'Archeoclub, che lo gestisce. Ci risulta, peraltro, che la convenzione per l'affidamento dei locali comunali in cui è alloggiato (presso la Torre Normanna) sia scaduta nel 2015 e non ancora rinnovata (Delibera di Giunta n. 83 del 09/07/2013).
Il museo del mare non prevede orari di apertura fissi e la sua fruizione è affidata alla cortese disponibilità di chi ne conserva le chiavi e mette a disposizione tempo e conoscenze per farne conoscere al pubblico la collezione.
Il nuovo e interessante Percorso multisensoriale "Dalla terra al mare", realizzato dal GAL Ponte Lama presso Palazzo Tupputi e inaugurato a febbraio 2016, è chiuso ormai da molti mesi.
Non esistono percorsi guidati di alcun genere, ad eccezione delle proposte volontariamente realizzate da Associazioni locali.
L'ufficio IAT (Informazioni e Accoglienza Turistica) ha chiuso i battenti dal 01.01.2017, poiché la convenzione tra il Comune di Bisceglie e l'agenzia "Obiettivo Turismo" è scaduta il 31.12.2016 e non è stata rinnovata».


«Si tratta, evidentemente, di una situazione insostenibile per una città che voglia definirsi "turistica" e che attribuisca un minimo valore al proprio patrimonio storico, artistico e archeologico, e non solo alle attrazioni temporanee».

Quella di Bisceglie Civile non è però la solita ramanzina sul "saper fare" e il "poter fare". Alle constatazioni degli attivisti segue una proposta: costituire una fondazione che si occupi di gestire tutti i servizi culturali. Si tratterebbe, nella pratica, di dare applicazione del all'art. 113 bis, co. 3, D. Lgs. n. 267/2000, secondo cui «Gli enti locali possono procedere all'affidamento diretto dei servizi culturali e del tempo libero anche ad associazioni e fondazioni da loro costituite o partecipate».

Le proposte sono due: nell'immediato, per garantire l'apertura, in orari certi e prestabili, di tutti i musei comunali, il gruppo propone la stipula o il rinnovo di convenzioni con quelle associazioni firmatarie del protocollo del 05.10.1999 predisposto dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali: Archeoclub d'Italia - Arci - Auser - Legambiente. Il protocollo prevede «il possibile ricorso al contributo dei volontari in numerose attività fra le quali: il prolungamento dell'orario dei musei, l'ampliamento dei servizi culturali e di accoglienza anche in occasione di mostre, la sistemazione di archivi e cataloghi, la realizzazione di circuiti assistiti nei siti archeologici».

Nel medio e lungo termine "Bisceglie civile" ipotizza invece l'istituzione della fondazione "Bisceglie Bene Culturale", avente per scopo la realizzazione e la gestione di una rete museale, in grado di garantire aperture certe, ticket unico e servizi aggiuntivi di qualità.
«La fondazione - proseguono gli attivisti - dovrebbe dotarsi di personale accuratamente selezionato e in grado di occuparsi sia degli aspetti gestionali e di marketing turistico, sia della crescita culturale delle piccole realtà museali locali (attraverso il finanziamento di ricerche, la pubblicazione di materiale di studio e divulgativo, l'organizzazione di mostre temporanee e di attività didattiche per le scuole ecc.).
Dovrebbe, inoltre, erogare servizi culturali aggiuntivi, tra i quali assumerebbe una particolare importanza quello di Guida turistica, orientato all'offerta di un servizio turistico culturale attraverso la calendarizzazione di visite guidate nel territorio urbano e rurale.
Il patrimonio della fondazione dovrebbe essere costituito sia dall'ente pubblico sia da soggetti privati locali.
Il comune dovrebbe assumere inizialmente una quota maggioritaria delle partecipazioni, da cedere successivamente a soggetti privati, in modo graduale rispetto all'ampliamento e al consolidamento delle attività.
I soggetti privati locali (quali, in particolare, guide turistiche, ristoratori, albergatori, imprese agroalimentari, associazioni culturali) dovrebbero assumere una quota inizialmente minoritaria del patrimonio (destinata a divenire maggioritaria nel tempo) e potrebbero svolgere una costante attività di sponsorizzazione delle attività della fondazione.
"Bisceglie Bene Culturale"
- chiariscono - dovrebbe operare ispirandosi ad uno spirito imprenditoriale (e non assistenziale), al fine di legare intimamente i servizi culturali e turistici alle attività delle imprese locali, in modo da incoraggiare queste ultime ad implementare i propri circuiti di marketing territoriale e da favorire la crescita di un'economia locale fondata sulla valorizzazione dei beni culturali».