Festa Patronale, lettera aperta di Carlo Bruni

«Reduce da un’iniziativa dedicata alla sostenibilità, ho avvertito come un insulto il carattere di mercato che questo tradizionale appuntamento cittadino va assumendo»

martedì 8 agosto 2023
«Cari Prelati di Bisceglie, mi rivolgo a voi in quanto "titolari" della festa patronale, consapevole del decisivo ruolo che ricoprono le autorità civili, ma anche della fragilità dei loro riferimenti. Certo perché reduce da un'iniziativa dedicata alla sostenibilità, ho avvertito come un insulto il prevalente carattere di mercato che questo tradizionale appuntamento cittadino va assumendo. Non che in altri luoghi e contesti l'indirizzo sia diverso, ma rintracciando fra l'indifferenza delle bancarelle al passaggio della processione, qualche volto ancora capace d'indignazione, ho la speranza che voi possiate promuovere un cambio di rotta o quanto meno una sua correzione». Inizia così la riflessione di Carlo Bruni sulla Festa Patronale appena conclusa, inviata alla redazione di BisceglieViva.

«No, non sono un fedele, ma credo tuttavia nel valore del rito, del silenzio e anche della musica di una banda, totalmente indifesa di fronte al prevalere delle mille musichette intorno. E se certamente passeggiare fra negozi e bancarelle sembra oggi essere diventato il passatempo dominante, per altro depotenziato dall'orientamento degli sguardi tutti concentrati sull'ultimo reel instagram, che almeno una volta l'anno si tenti un'offerta diversa o quanto meno più articolata, credo possa essere un buon obiettivo per tutti» ha specificato.

«Certo, senza ricorrere alla tradizionale scacciata dei mercanti dal tempio, ma quanto meno prendendone le distanze, la prossima processione potrebbe seguire itinerari più periferici e magari, visto il suo valore simbolico, più vicini allo spirito del tempo. Certo, per gli animi più sensibili, avrà sortito un certo effetto lo sguardo argenteo e severo dei Tre Santi di tanto intanto rivolto verso l'alto a chiedere aiuto al Cielo, ma anche a un non credente come me è sembrato prevalere in loro un certo imbarazzo: un sentirsi fuori luogo».

«Colgo l'occasione per aggiungere in punta di piedi un'altra preghiera: se si potesse risparmiare il commento amplificato al bacio dell'Addolorata al Cristo sulla Via Crucis, durante l'incontro del Venerdì Santo. Anche solo per invitare al silenzio – l'intenzione è buona – si rompe quel silenzio che scende naturalmente da secoli sulla folla quando si trova di fronte a un Mistero. Un fatto così raro da confortare l'idea del Miracolo».