Firmato un protocollo d'intesa per il reinserimento di detenuti ed ex detenuti nel circuito lavorativo

L'assessore Rigante: «Con questi progetti si limita anche il rischio di recidiva, aumentando la sicurezza nella nostra città»

sabato 21 dicembre 2019
Un protocollo d'intesa per il reintegro dei detenuti ed ex detenuti e per promuovere percorsi socio-lavorativi a favorire coesione sociale è stato firmato dal comune di Bisceglie con l'ufficio interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna (Uepe) di Bari, l'ufficio del garante regionale dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale e la Caritas Diocesana di Trani-Barletta-Bisceglie.

Prima progettualità l'impiego di quattro persone nel lavoro agricolo

Le parti si sono impegnate all'elaborazione e gestione di progetti di inclusione sociale, nella costituzione di un tavolo permanente per promuovere formazione, avvio e accompagnamento al lavoro. La prima progettualità già condivisa, che troverà applicazione nei prossimi mesi, riguarda l'impiego di 4 persone per quattro mesi nel lavoro agricolo e stagionale ma l'impegno sarà costante affinché i progetti possano essere molteplici e diversificati.

Angarano: «Una seconda possibilità a persone e famiglie in difficoltà»

«Questo protocollo, uno dei pochi casi in Puglia, nasce dall'esigenza concreta fatta sul territorio. Molto spesso durante il ricevimento del pubblico abbiamo toccato con mano casi molto difficili di persone che necessitavano di un sostegno nel reinserimento socio-lavorativo dopo periodi di detenzione. La sinergia con l'Uepe, il garante e la Caritas ci consente di dare concretamente una seconda possibilità a persone e famiglie in difficoltà» ha dichiarato il sindaco di Bisceglie Angelantonio Angarano.

«Siamo orgogliosi che Bisceglie possa essere un laboratorio regionale e nazionale nel sostenere l'applicazione del principio costituzionale del fine rieducativo della pena. Con progetti di reinserimento socio-lavorativo di ex detenuti e di detenuti in misura alternativa alla reclusione, inoltre, si tende a limitare il rischio di recidiva, aumentando la sicurezza nella nostra città» ha aggiunto l'assessore al ramo Roberta Rigante.

Don Sarno della Caritas Trani-Barletta-Bisceglie: «Un segno di speranza a persone che hanno commesso degli errori»

«Abbiamo a cuore poter dare opportunità di lavoro o perlomeno di formazione nel corso di esperienze pratiche a persone che hanno difficoltà a essere inserite nel circuito lavorativo» ha sottolineato Piero Rossi, garante regionale dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.

«Ci sono persone che hanno commesso certamente degli errori, che però ora hanno bisogno di opportunità per riscattarsi e dare un nuovo senso alla propria vita. Questo progetto è un segno di speranza dato innanzitutto a queste persone ma anche alla comunità civile» ha affermato don Raffaele Sarno, Direttore della Caritas di Trani-Barletta-Bisceglie.

«In Italia ci sono ormai 65mila persone che scontano la loro pena in comunità in alternativa alla detenzione, numero di gran lunga superiore a quello di persone che scontano la pena in carcere. Oggi creiamo una rete che possa supportare le prospettive di inclusione sociale, senza perdere di vista l'attenzione alle vittime e alla comunità che richiede tutela e difesa sociale» ha concluso Pietro Guastamacchia, direttore dell'Uepe Bari.