Indice Nikkei e Borsa di Tokyo: cosa sapere prima di investire

La storia della Borsa giapponese

martedì 22 settembre 2020 9.44
Sono passate poche settimane dalle dimissioni del presidente giapponese Shinzo Abe, presidente in carica dal 2012, e il conseguente tonfo dell'indice Nikkei e del mercato giapponese. Oggi però l'indice sembra essere in ripresa e sono in molti a chiedersi com'è possibile investire in questo famoso indice.

La domanda però a questo punto sorge spontanea: ma come, è possibile investire sull'indice Nikkei stesso come se fosse un qualunque titolo azionario?

Ebbene, la risposta è: sì, è possibile.

In questo articoletto infatti provvederemo a darvi tutte le notizie atte proprio a questo scopo, iniziando prima di tutto però col vedere insieme cos'è l'indice Nikkei e il ruolo che ess ha nella borsa di Tokyo.

Indice Nikkei e la storia della borsa di Tokyo

La borsa di Tokyo vede la luce il 15 maggio 1878 grazie alla spinta del famoso economista giapponese Ito Hirobumi, un economista il quale si era formato in Occidente e che guardava quindi inevitabilmente a quel modo di intendere l'economia. La borsa assume il nome originale di "Tokyo Kabushiki Torihikijo"; nome che ha mantenuto fino ad ora se si esclude una "pausa "di qualche anno avvenuta quando la borsa venne fusa con le altre dieci borse valori principali del Sol Levante nel 1943: da lì assunse il nome di Nippon Shoken Torihikisho, per poi ritornare al nome originale nel maggio del '49.

Internazionalmente è riconosciuta con l'acronimo inglese TSE, stante per: "Tokyo Stock Exchange"; mentre il nome informate con cui viene chiamata in giapponese è "Kabutocho", nome assunto dall'omonimo quartiere in cui è situata la borsa, proprio come Wall Street per quanto riguarda la borsa di New York.

Ed è proprio la borsa di New York l'unica a superare Kabutocho: sia dia il caso infatti che quella di Tokyo è il secondo Major Stock Exchange del mondo.

La borsa ha avuto un ruolo importante nella ricostruzione del paese a seguito della seconda guerra mondiale: non è un caso infatti se l'indice Nikkei iniziò ad essere calcolato retroattivamente dal 7 settembre 1950.. Grazie a un avanzamento industriale trainato da uno sviluppo in campo tecnologico e automobilistico senza precedenti, la sua ascesa è stata pressoché inarrestabile fino agli anni '90, momento in cui la bolla finanziaria giapponese è scoppiata, costringendola conseguentemente a "rallentare".

Come investire sull'Indice Nikkei

L'indice Nikkei 225 è un segmento della borsa di Tokyo il quale contiene i 225 titoli relativi alle maggiori 225 compagnie in essa quotate. Tra i titoli azionari più rappresentativi indicati in questo indice troviamo nomi famosi anche ai non-addetti ai lavori; nomi di compagnie come Sony, Toyota, Nintendo e Nikon, per citarne giusto qualcuno.

Il segmento viene calcolato su base giornaliera dal quotidiano Nihon Keizai Shinbun dal 1971. Il nome del quotidiano significa letteralmente: "Giornale economico giapponese"; ed è comunemente abbreviato come Nikkei Shinbun o, più semplicemente, Nikkei: da qui il nome dell'omonimo indice.

Per quanto riguarda gli investimenti possibile riguardanti l'indice Nikkei, è possibile utilizzare le piattaforma di trading online fornite da uno dei diversi broker online autorizzati ad operare sul nostro territorio. Grazie ad essi infatti, avremo la possibilità di investire su di esso grazie a dei prodotti finanziari derivati i quali vengono chiamati CFD (Contract for Difference).

I CFD ci daranno la non solo la possibilità di guadagnare puntando sull'avanzamento del titolo Nikkei, ma grazie alla loro enorme versatilità sarà possibile investire e guadagnare anche se questi perda di valore. Per decidere come investire su di essi e le strategie da utilizzare, basterà considerare il Nikkei come un qualunque altro titolo finanziario e informarsi quanto più possibile.

Riguardo invece la scelta del miglior broker online, vi suggeriamo di sceglierne uno che fornisca ai suoi utenti prima di tutto garanzie legali, mostrando di avere tutte le autorizzazioni e licenze del caso atte a poter svolgere operazioni di questo tipo in Europa (vedi ad esempio CySEC e CONSOB). Una volta accertati di ciò, passeremo ad analizzarne le piattaforme e i costi eventuali che essa prevede relativi ai depositi minimi per aprire un account o relativi al ritiro del denaro guadagnato grazie ai trade da noi effettuati.

Ricordate però: il trading è un'attività altamente rischiosa e può farci perdere tutto ciò che abbiamo investito in qualunque momento, quindi non bisogna investire mai più di quanto non ci si possa permettere di fare.