Le posizioni di Vincenzo Arena e Tommy Di Pinto sulla comunicazione istituzionale a Bisceglie

«Fuori dalla palude del marketing politico. Torniamo alla comunicazione istituzionale»

lunedì 29 dicembre 2025 17.07
Dove sono i canali social istituzionali del Comune e l'URP? E i concorsi per personale di settore incardinato in pianta organica? Dove la rendicontazione puntuale su opere pubbliche e servizi? "Speriamo che il nuovo anno porti novità necessarie".

La qualità della comunicazione istituzionale rappresenta uno dei principali indicatori di trasparenza e affidabilità di una pubblica amministrazione. Se guardiamo ai nostri Comuni, gli enti più vicini ai cittadini, appare drammaticamente evidente il divario tra quanto previsto dalla legge e quanto realizzato. E la nostra città su questo fronte - insieme ad altre città del territorio - non brilla

Comunicazione frammentata, presenza digitale (web e social) spesso disallineata rispetto ai principi di imparzialità e servizio pubblico, nessuna rendicontazione puntuale su spese, tempi di realizzazione e obiettivi raggiunti di opere pubbliche e servizi: sono tutti temi che riguardano la vita democratica di Bisceglie e di altri comuni più o meno vicini.

Secondo Vincenzo Arena (presidente di Libera il futuro) e Tommy Di Pinto è fondamentale che si apra un confronto tra forze politiche e civiche su questi temi: le funzioni di comunicazione istituzionale e giornalismo pubblico dovrebbero essere presidiate da profili strutturali negli organigrammi delle PA e selezionati con concorsi pubblici. Troppo spesso, invece, queste funzioni sono ridotte a marketing politico e affidate, tramite lauti incarichi fiduciari, dai sindaci pro-tempore a consulenti pro-tempore. Sebbene siano assegnazioni legittime, è in questo spazio grigio che si indebolisce il patto di fiducia tra amministrazione e comunità locale.

Un primo aspetto fondamentale riguarda la mancanza, in quasi il 50% dei Comuni delle province di BAT e Bari, di Uffici per le relazioni con il pubblico. Per questo occorre garantire, partendo da Bisceglie, la piena operatività di questo Ufficio. «L'URP - ricorda Arena, docente di Comunicazione Pubblica all'Università di Roma Tor Vergata - è struttura obbligatoria ai sensi della Legge n. 150 del 2000. Dovrebbe essere strumento multicanale di garanzia, informazione di servizio, ascolto e partecipazione. A Bisceglie dell'URP (fisico, digitale, multicanale, interconnesso con gli uffici comunali) nessuna traccia! Come assicuriamo l'accesso ai servizi, come raccogliamo segnalazioni, come orientiamo i cittadini alle opportunità, come favoriamo la semplificazione, come garantiamo la trasparenza? Le relazioni con il pubblico non possono essere gestite episodicamente. Dobbiamo restituire attenzione al bisogno di informazione e di servizi delle persone».

L'affidamento fiduciario della comunicazione del Comune alle sole figure di staff del Sindaco e l'assenza di un Ufficio stampa permanente provocano ambiguità tra comunicazione istituzionale e comunicazione politica. Una deriva che finisce per confondere il diritto dei cittadini a essere informati con esigenze di visibilità politica, alimentando una comunicazione continua ma non sempre utile, completa, verificabile, ma spesso piegata al consenso.

«La comunicazione personalistica dell'azione del Sindaco, che purtroppo è già una realtà quotidiana nel nostro Comune, - afferma Tommy Di Pinto - è solo narrazione autoreferenziale. Oggi assistiamo a un paradosso inaccettabile: non esistendo pagine social ufficiali del Comune, la comunicazione è ostaggio dei profili privati del Sindaco, col rischio che se si viene bloccati da questi canali personali, ci si ritrova di fatto esclusi da ogni tipo di informazione sulla città. I cittadini assistono a messaggi politici celebrativi, ma non sempre sono adeguatamente informati su opportunità, servizi, scadenze, comunicazioni d'emergenza che li riguardano direttamente. Quando strumenti che dovrebbero garantire informazione pubblica e trasparenza vengono utilizzati come vetrina permanente dell'esecutivo, il confine tra comunicazione istituzionale e spot politico diventa pericolosamente labile. Di fronte a una gestione opaca e opportunistica, non è più possibile far finta di nulla».

Nelle province di Bari e BAT, circa l'80% dei Comuni dispone di canali social istituzionali ufficiali senza che nell'organigramma dell'ente sia prevista una figura professionalmente dedicata alla loro gestione. A Bisceglie mancano i canali istituzionali social del Comune. Risulta attiva una pagina Instagram della cui gestione non è dato conoscere quale struttura e quale referente la gestisca. Inoltre, i contenuti pubblicati, per impostazione e tipologia, appaiono spesso lontani dalle finalità proprie della comunicazione istituzionale, privilegiano narrazioni promozionali, collaborazioni esterne e rappresentazioni parziali della vita cittadina. Un approccio che rafforza l'urgenza di riportare la comunicazione istituzionale entro confini chiari, regolati e riconoscibili

I social media o i canali chat unidirezionali o interattivi su whatsapp o telegram non sono accessori del sistema della comunicazione comunale, ma strumenti essenziali di una piattaforma multicanale e integrata. Dovrebbero essere neutri, disciplinati da social media policy, sostenuti con risorse pubbliche e gestiti da personale incardinato nella pianta organica del Comune.

«Per questo - ribadiscono Arena e Di Pinto - chiediamo:
La sfida non è comunicare di più, ma comunicare meglio, sottraendo la comunicazione pubblica alle ambiguità del consenso politico e restituendola all'interesse esclusivo della comunità».

L'individuazione di un "Social e digital manager", come previsto dal recente Decreto PA, consentirebbe infine di garantire continuità, correttezza e misurabilità della comunicazione digitale, evitando sovrapposizioni di ruoli e ambiguità di linguaggio, rafforzando ulteriormente la comunicazione pubblica come leva strategica per l'efficacia dell'azione amministrativa.

Arena e Di Pinto annunciano che nelle prossime settimane terranno alta l'attenzione su questi temi e organizzeranno momenti di confronto, ascolto e proposta, nella speranza che le riflessioni avanzate siano foriere di propositi migliori per Angarano e co. nel 2026.