Maestri e Margherite, doppio spettacolo per la terza giornata del prologo alla stagione del Teatro Garibaldi

Alle 19 Riccardo e Lucia e alle 21 l'esilio di un uomo che ha perso il lavoro

sabato 18 novembre 2017
A cura di Serena Ferrara
I numeri confermano che la voglia di teatro non manca. Purché siano spettacoli innovativi, di qualità, in grado di lasciare il segno.
I primi due giorni del Prologo alla Stagione teatrale del Garibaldi lasciano ben sperare sui risultati a cui la rassegna di spettacoli ufficiale potrà ambire.
Per sabato 18 dicembre gli appuntamenti in programma sono due: alle 19:00 presso il complesso di Santa Croce e alle 21:00 al Teatro Garibaldi.

In prima serata, Teatrificio 22 presenterà Riccardo e Lucia, spettacolo scritto e diretto da Claudia Lerro con Ivana Lotito e Pio Stellaccio, liberamente ispirato al diario privato di Riccardo Lerro. Sullo sfondo di una Puglia dominata dal fascismo, Lucia e Riccardo cercheranno di vivere il loro amore, imperfetto ed eterno. Poeta e attivista politico il primo, donna semplice la seconda, i due si ritrovano naufraghi (sia pure in modo diverso) dello stesso regime.

La Piccola Compagnia Dammacco, sul palco più grande del teatro comunale presenterà "Esilio", con Serena Balivo e Mariano Dammacco.
Lo spettacolo, premio Last seen 2016, premio Museo Cervi - Teatro della Memoria 2017, finalista Premio Rete Critica 2016; finalista al Premio Cassino OFF 2017 e finalista al Premio Ubu 2016 per Serena Balivo, racconta la storia di un uomo che ha perso il suo lavoro. Ad interpretarlo Serena Balivo: strepitosa. L'opera attinge al grottesco per riflettere un presente assolutamente vero, capace di demolire l'identità di ciascuno senza offrirgli alcuna spiegazione.
Dialogando con se stesso, con la propria coscienza, la propria anima o anche soltanto con le proprie ossessioni, quest'omino dipinge uno scenario che riconosciamo - terribilmente - evocando una nostalgia verso qualcosa che naturalmente non abbiamo mai vissuto. Rigoroso ed emozionante, questo spettacolo conferma il prezioso lavoro drammaturgico di Mariano Dammacco, emigrato al nord per non smettere di raccontarci. Una dedica lo accompagna: in memoria di Paolo Ambrosino.