Ospedale, Natale Parisi: «Perché chiudere un reparto in progressione?»

L'assessore rivela i dati in aumento sui parti al "Vittorio Emanuele II" e promette battaglia

sabato 6 luglio 2019 15.06
Usa la forza dei numeri per dimostrare, coi fatti, quanto sia insensato, dal suo punto di vista e non solo, immaginare di chiudere il punto nascita, e con esso il reparto di ostetricia e ginecologia, dell'ospedale "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie.

L'assessore Natale Parisi è il primo esponente dell'amministrazione comunale a intervenire, rompendo un lungo silenzio, sulla vicenda di cui si discute da due giorni in città. «Per essere precisi, secondo i dati ufficiali, le nascite in ostetricia-ginecologia all'ospedale di Bisceglie sono state 555 nel 2016, 595 nel 2017 e 640 nel 2018» ha rivelato, aggiungendo: «Bisogna anche considerare che fra il 2017 e il 2018 l'attività è stata ridotta a causa dei lavori compiuti per l'adeguamento delle sale operatorie. Non solo: a fine giugno 2019 siamo a quota 297 parti, con prospettive di superamento dei livelli del 2018.

Mi dicono che il ministero della salute voglia chiudere l'unità operativa perché sotto la soglia dei mille parti l'anno. Da un'indagine accurata risulta che solo quattro realtà in Puglia abbiano raggiunto quei livelli.
La norma capestro sarebbe in vigore già dal 2016, eppure, casualmente, qualcuno si ricorda proprio oggi di penalizzare un reparto in progressione... Qui gatta ci cova!».

Parisi non ha usato mezze misure: «Non si può buttare alle ortiche il sacrificio, il lavoro svolto dagli operatori sanitari e nemmeno vanificare l'ottima regia delle direzione sanitaria di presidio. Saranno intraprese tutte le forme di protesta democratica previste dalla legge per fermare un teorema partito da lontano».