Savino Zaba racconta l’evoluzione del linguaggio radiofonico dagli anni Venti ai giorni nostri

Al Largo Castello per Libri nel Borgo Antico "Parole parole... alla radio"

sabato 25 agosto 2018 10.29
A cura di Cinzia Montedoro
Uno squarcio del mondo radiofonico attraverso l'evoluzione del suo linguaggio: un'attenta ricerca fatta da chi, da trent'anni, presta la sua voce all'etere, un viaggio incentrato sulla "scatola" magnifica che ancor oggi ha al suo attivo milioni di ascoltatori, riuscendo a stare al passo con i tempi adattandosi perfettamente alla stessa rivoluzione digitale.

Saggio storico-linguistico sul linguaggio radiofonico dagli anni venti ai giorni nostri, "Parole parole… alla radio" (Graus editore) è il titolo del libro presentato venerdì in Largo Castello, per la nona edizione di Libri nel Borgo Antico, dal conduttore televisivo e speaker radiofonico Savino Zaba. La conversazione, moderata da Domenico Cosmai, ha racchiuso attraverso ricordi, esperienze e approfondimenti gli albori delle trasmissioni radiofoniche partendo dalla nascita della radio, datata 6 ottobre 1924, a Roma, in una sala dell'Uri (Unione radiofonica italiana) fino all'avvento dei network radiofonici e delle web radio.

Nel corso della presentazione sono stati fatti ascoltare alcuni stralci delle primissime trasmissioni radiofoniche italiane: lo stesso Zaba ha voluto ricordare che i conduttori, negli anni Venti, non potevano utilizzare forestierismi cosicché Louis Armstrong diventava Luigi Braccioforte...

L'autore ha sottolineato l'importanza della sintesi, rispetto al passato, poiché la soglia di attenzione dell'ascoltatore, col passare degli anni, si è abbassata notevolmente. Il libro, ha dichiarato l'autore, giunge dopo i trent'anni di carriera radiofonica e si avvale della preziosa prefazione del guru della radio Renzo Arbore. Non solo, notevole è la testimonianza sull'utilizzo della lingua da parte di alcuni dei personaggi più rappresentativi della radiofonia italiana come Carlo Conti, la pugliese Rosaria Renna e Linus solo per citarne alcuni.