Sergio Silvestris ufficializza la sua candidatura al parlamento europeo

Il biscegliese correrà per Forza Italia nella circoscrizione sud

lunedì 25 marzo 2019 12.48
A cura di Vito Troilo
Suggestiva la cornice scelta: l'uliveto Galantino di via Andria, a conferma di una spiccata sensibilità verso i temi cari agli operatori del comparto agricolo. Significativa la colonna sonora: la Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni. Sergio Silvestris ha rotto gli indugi lunedì 25 marzo, ufficializzando, a due mesi quasi esatti dall'appuntamento con le urne, la sua candidatura alle prossime elezioni europee.

L'ex consigliere regionale, già parlamentare europeo dal 2009 al 2014, correrà per Forza Italia nella circoscrizione sud, che comprende sei regioni (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria). La parola chiave del suo impegno per l'Europa è "terra", citata diverse volte nel discorso al cospetto di un buon numero di simpatizzanti e soprattutto amici: non è certo passata inosservata la presenza del conte Onofrio Spagnoletti Zeuli, portavoce dei gilet arancioni, come la partecipazione del senatore azzurro Dario Damiani e del consigliere regionale Domenico Damascelli, oltre che di diversi amministratori locali fra cui gli assessori di centrodestra dell'amministrazione di Bisceglie e alcuni consiglieri comunali di maggioranza.

«Non chiedo un voto solo per me ma per qualcosa» ha spiegato Silvestris, rimarcando i dieci punti cardine del suo programma: «Dieci patti che io stringo idealmente con il territorio e che rappresenteranno la bussola del mio impegno nei prossimi cinque anni, dieci patti che riguardano l'agricoltura, i beni culturali, giovani innovazione start up e mobilità, territorio, pesca, trasporti e infrastrutture, lotta alla Xylella, farmacia, cultura e difesa del made in Italy».

«Questa è la terra in cui gli olivi sono minacciati dalla Xylella, è la terra in cui le regioni non riescono a spendere i soldi del Psr, e dall'Irlanda aspettano con gioia il 2020 per poter ottenere tutte le risorse che noi non spendiamo in termini di premialità» ha affermato l'esponente di Forza Italia, toccando il nervo forse più scoperto dei rapporti tra l'Italia e l'Unione Europea.