Servizi sociali Bisceglie - Trani: presto il nuovo Piano Sociale di Zona

Nessun nuovo investimento per il 2018

domenica 21 gennaio 2018
A cura di Nicola Salerno

Dopo lunghe attese, la regione Puglia ha finalmente approvato il nuovo Piano Regionale delle Politiche Sociali. Coprirà il periodo 2017-2020.
Il ciclo di programmazione pluriennale finanza i servizi sociali e sociosanitari tradizionali erogati dai 45 ambiti sociali di zona pugliesi
Tra questi il Servizio di assistenza domiciliare educativa (ADE), i centri socio educativi diurni per minori, i centri anti violenza, il servizio di Pronto intervento sociale (PIS), l'Assistenza specialistica scolastica ed extrascolastica, l'Assistenza domiciliare socio assistenziale (SAD).
Il IV Piano Regionale delle Politiche sociali darà vita entro l'anno, in tutta la regione, ai Piani sociali di Zona 2018 – 2020.
Anche per Bisceglie e Trani – che opera in proroga sulla base del Piano sociale di zona 2014 – 2016 – si apre un nuovo capitolo.
I due comuni hanno chiuso il 2017 erogando servizi per un importo di spesa di 1.294.300 euro.

Una somma che può sembrare corposa, se si considera il fatto che ulteriori 180000 euro sono stati erogati direttamente dalla Regione Puglia ai cittadini di Bisceglie e Trani attraverso i buoni servizi.
La somma, in realtà, copre l'erogazione di una lunga serie di servizi cosiddetti essenziali in favore di bambini, anziani, disabili, famiglie, disoccupati e persone in condizione di fragilità socioeconomica ed è stata divisa in parti quasi uguali tra i due comuni.
Il crescente numero di persone in condizioni di disagio cozza con la contrazione, erosiva e costante, delle risorse nazionali dedicate al welfare, nella "tradita" traiettoria di sussidiarietà verticale.
Per il futuro, insomma, non c'è molto di più da aspettarsi.
Nel 2018 Bisceglie e Trani non potranno spendere che 1.317.000 euro.

Considerato l'insignificante incremento del fondo (meno del 2%, che forse non corrispondono nemmeno agli adeguamenti ISTAT), non è difficile ipotizzare che non verranno né migliorati i servizi né attivate altre iniziative di carattere sociale anzi dovremo sperare che siano mantenute attive tutte quelle in corso.

Questo andrà sicuramente a penalizzare gli utenti aventi diritto, che sono sempre più numerosi e sempre più imbrigliati da una burocrazia asfissiante. Per accedere ai servizi, soprattutto quelli erogati attraverso i buoni servizio, serve una infinità di documenti, con un rimpallo di uffici e competenze che rende le pratiche estremamente lunghe.

La speranza è che cooperative e associazioni cui saranno affidati i servizi riescano ad espletare i loro compiti come fatto sinora, affinché non siano come al solito i più deboli a subirne le conseguenze.