Passione, equilibrio e idee chiare: D’Alesio si racconta da presidente onorario dell’Unione Calcio Bisceglie

Il notaio barese parla della sua nuova avventura a Bisceglie: «Lavoreremo con passione, ma volando basso»

venerdì 11 luglio 2025 10.11
A cura di Cristina Scarasciullo
È una delle figure più riconosciute e rispettate nel panorama calcistico pugliese. Dopo un lungo percorso tra società come Terlizzi, Monopoli, Molfetta, Fidelis Andria e Polimnia, Salvatore "Tittì" D'Alesio ha scelto di sposare il progetto dell'Unione Calcio Bisceglie in qualità di presidente onorario. Lo fa con la consueta lucidità, una passione mai sopita e uno stile diretto che mescola competenza, ironia e concretezza.

Presidente D'Alesio, cosa l'ha convinta ad accettare la carica di presidente onorario dell'Unione Calcio Bisceglie proprio in questo momento della sua carriera?
«La mia amicizia con i fratelli Pedone è stata decisiva. Conosco Enzo e Leonardo da anni, da quando nel 2014/2015 perdemmo uno spareggio con il mio Terlizzi contro il Bisceglie. Da allora abbiamo sempre cercato di fare qualcosa insieme e finalmente ci siamo riusciti. L'Unione ha caratteristiche che sento vicine: una società solida, seria, e profondamente legata al territorio e ai giovani»

Ha ricoperto ruoli dirigenziali in tante realtà del calcio pugliese. Cosa si porta dietro da quelle esperienze?
«La cosa che ho imparato più di tutto è l'equilibrio. Nel calcio serve lucidità, anche se in panchina spesso l'adrenalina prende il sopravvento. Ma nella gestione generale bisogna rimanere freddi, non farsi trascinare né dall'entusiasmo né dalla delusione. Questo approccio è fondamentale per dare continuità ai progetti»

Il calcio dilettantistico oggi affronta molte sfide: sostenibilità, vivai, impianti. Qual è, secondo lei, il modello vincente?
«Per me la valorizzazione dei giovani resta la chiave. È una battaglia che porto avanti da anni. In passato ho chiesto più volte alla Federazione di aumentare il numero minimo di under in campo, ma non sono mai stato ascoltato. Invece credo fermamente che puntare sui vivai consenta di contenere i costi e di formare atleti pronti per categorie superiori. L'Unione Calcio su questo è già un esempio virtuoso»

Quali sono, secondo lei, le condizioni essenziali per costruire una squadra da vertice?
«Servono persone competenti come Gianluca Frascati e Renzo Ferrante, capaci di individuare giocatori forti, ma accessibili economicamente. Servono calciatori affamati, con voglia di emergere, più che nomi altisonanti. Non è detto che chi spende di più vinca. Serve equilibrio anche qui: un mix giusto tra qualità e sostenibilità»

Che tipo di campionato vi aspettate?
«Mi piacerebbe vincere, è inutile negarlo. Sarà un campionato tosto, con squadre attrezzate. Ma l'obiettivo è migliorare rispetto all'anno scorso, puntare quantomeno ai playoff e giocarcela fino alla fine»

Come può l'Unione Calcio Bisceglie ritagliarsi uno spazio importante nel medio-lungo periodo nel panorama calcistico pugliese?
«Lavorando bene, com'è stato fatto finora. I fratelli Pedone hanno sempre operato con serietà e passione. Se continuiamo su questa strada, possiamo ambire a traguardi ancora più alti. Ma voglio una società pulita, fatta di persone perbene: questo viene prima di tutto»

Infine, cosa si sente di dire ai tifosi dell'Unione Calcio Bisceglie? Può fare una promessa?
«Promesse non ne faccio, non per scaramanzia, ma per principio. Bisogna volare bassi. Di certo darò tutto il mio contributo per aiutare Enzo e Leo a portare questa società il più in alto possibile. Anche per onorare la memoria di Mimì, che io chiamavo affettuosamente "il presidentissimo", perché era legatissimo a questi colori. Ce la metteremo tutta, sempre»