Boccia: «Terapia intensiva di Bisceglie punto fermo della sanità italiana»

Parole importanti quelle del ministro: «Sarà una rete di protezione permanente per la tutela della salute anche dopo l'emergenza»

lunedì 15 giugno 2020
A cura di Vito Troilo
Il passaggio istituzionale di Francesco Boccia all'ospedale "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie non ha rappresentato solo l'opportunità, per l'uomo, di esprimere gratitudine nei confronti del personale sanitario del nosocomio della sua città. L'occasione ha consentito al ministro di affermare, con l'autorevolezza che è dovuta e riconosciuta al ruolo, il carattere straordinario del lavoro svolto nella struttura.

«Bisceglie è stata un modello per la Puglia. Medici, infermieri e tutti gli operatori sanitari del "Vittorio Emanuele II" hanno dimostrato che significa la passione per questo lavoro straordinario. In questi tre mesi ho girato tanti ospedali e mi è sembrato naturale tornando a casa venire qui per dire grazie a chi a mani nude ha affrontato il Covid all'inizio di questa epidemia» ha commentato Boccia. «Il mondo intero si è scoperto impreparato e questo deve far riflettere tutti su come in una società così evoluta non si è stati in grado di prevedere un'epidemia» ha osservato il ministro per gli affari regionali e le autonomie.

«Quest'emergenza sanitaria ci ha ribadito, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la sanità pubblica è e deve continuare ad essere un punto fermo della nostra democrazia e per questo motivo la prevenzione territoriale pubblica sarà rafforzata al massimo» ha rimarcato, aggiungendo: «La terapia intensiva di Bisceglie, già modello grazie ai suoi eccellenti operatori, è diventata un punto fermo ed è triplicata nelle dimensioni e nei posti letto. Sarà un riferimento nella rete sanitaria italiana. A Rimini qualche giorno fa ne abbiamo inaugurata una molto simile. Questi punti fermi nella lotta al Covid-19 saranno una rete di protezione permanente per la tutela della salute anche dopo l'emergenza sanitaria» ha concluso, lasciando intendere la chiara volontà di fare in modo che il "Vittorio Emanuele II" possa restare attiva con un numero maggiorato di posti letto.