Campagna olearia, Confagricoltura: «Buona qualità ma cali di produzione fino al 75%»

Le alte giacenze e l'avanzata della Xylella incidono fortemente sulla situazione già critica per il Covid

venerdì 16 ottobre 2020
Via alla campagna olivicola in Puglia tra forti preoccupazioni per il calo della produzione e le alte giacenze. Circostanze che si sommano a quella che in Puglia è oramai un flagello cronico per il settore: i danni provocati dalla Xylella fastidiosa e il suo diffondersi.

«Già dai giorni scorsi, alcuni produttori salentini hanno iniziato la raccolta delle olive e in Puglia ci attendiamo un'ottima qualità ma una produzione bassa. Prima di guardare al futuro, tuttavia, occorre guardare le giacenze» ha commentato il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro.

Lo stock di olio detenuto in Italia al 30 settembre scorso ammonta a 260168 tonnellate. In Puglia è conservato il 31.6% di queste giacenze. Se si guarda alle province pugliesi, quella di Bari da sola detiene il 15% del totale seguita dalla Bat con il 7 per cento.

«In merito al calo di produzione Confagricoltura Puglia ha approntato una stima sulla diminuzione della produzione delle olive nelle province» ha aggiunto il presidente. «Nella zona di Bari il calo è previsto in circa il 70% in meno rispetto al 2019; Brindisi, circa 40% in meno; Lecce circa il 75%; Taranto, circa il 25% in meno rispetto allo stesso periodo, Foggia circa il 20% in meno. Una riduzione, insomma, generalizzata ma non omogenea, che potrebbe non riguardare Bisceglie e la Bat.

Fattori non controllabili come siccità, gelate, grandinate possono provocare cali drastici nella produttività di un'annata, ma possono anche avere ripercussioni più rilevanti, che comprendono un periodo di tempo più ampio. «Il 2020 sarà ricordato come annata di scarica. In più a questo si aggiungono i problemi fitosanitari e la mancanza di programmazione e controlli alle frontiere difficili da attuare sulla provenienza dell'olio» hanno osservato da Confagricoltura.

«L'intero settore olivicolo pugliese nel 2020 rischia di finire stritolato tra la Xylella, il calo di produzione e le eccessive giacenze, situazione estremamente pericolosa anche per i possibili tentativi di truffa che si possono innescare». È perciò necessario «che le istituzioni nazionali e regionali mettano a punto misure urgenti di sostegno e soprattutto strategie per il futuro dal momento che in Italia manca da troppo tempo un forte piano olivicolo. Bisogna privilegiare i veri agricoltori con misure che possano sostenere il loro reddito e favorire l'innovazione e va fatto urgentemente prima che la situazione diventi davvero irreparabile».