«Ci conviene buttarle». Produttori biscegliesi di ciliegie disperati

Coldiretti denuncia una gravissima speculazione sui prezzi di vendita, che al nord sono altissimi

venerdì 4 giugno 2021 15.00
A cura di Vito Troilo
La misura è davvero colma. Mai come in questa delicatissima fase di timida ripresa delle attività economiche dai colpi durissimi che la pandemia ha inferto la speculazione sul prezzo delle ciliegie di Bisceglie e più in generale pugliesi è insostenibile per le imprese produttrici. La tensione nei campi è altissima, come ha denunciato Coldiretti Puglia: «Monta la rabbia per un prodotto di stagione che piace tanto ai consumatori ma subisce le speculazioni della lunga filiera della vendita e gli effetti delle importazioni selvagge da Spagna, Grecia e fra qualche giorno anche dalla Turchia» ha affermato l'andriese Savino Muraglia, presidente regionale dell'organizzazione. «È impensabile che dopo un anno di lavoro per raccogliere un prodotto di qualità, gli agricoltori siano costretti a lasciare le ciliegie sugli alberi perché non conviene venderle» ha aggiunto.

Sulla stessa lunghezza d'onda i produttori biscegliesi: «Non capiamo se vale la pena raccogliere queste buonissime ciliegie dato che non vogliono pagarcele il dovuto e poi al nord le vendono al pubblico finanche a 15 euro al chilogrammo» ha spiegato a BisceglieViva un piccolo imprenditore agricolo. «A questo punto ci conviene addirittura buttarle piuttosto che regalarle a loro» ha evidenziato: i prezzi riconosciuti, nel migliore dei casi, non coprono interamente le spese vive di produzione.

«È determinante l'approvazione definitiva in Parlamento della Legge di delegazione europea contro le pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nelle filiere agricole e alimentari, un intervento normativo fortemente sollecitato da Coldiretti per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evitare che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali di una parte della Gdo non venga scaricato sulle imprese di produzione già costrette a subire l'aumento di costi dovuti alle difficili condizioni di mercato» ha dichiarato Muraglia. «La crisi causata dal Covid rischia di peggiorare la situazione, con ripercussioni sugli anelli più deboli della catena alimentare, gli agricoltori e i consumatori».

Sconsolato, il produttore biscegliese ha concluso: «Vogliono farci morire arricchendosi alle spalle di chi lavora un anno intero a queste raccolte»