Crac Cdp, undici condanne

Pene comprese fra gli 8 mesi e i 7 anni di reclusione. Un anno e tre mesi - con pena sospesa - all'ex parlamentare Antonio Azzollini

mercoledì 29 gennaio 2020 13.20
A cura di Vito Troilo
Undici imputati condannati a pene comprese fra gli 8 mesi e i 7 anni di reclusione nel processo sul crac della Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie.

Antonio Azzollini, già sindaco di Molfetta e parlamentare, è stato condannato a un anno e tre mesi di reclusione, con pena sospesa, per il reato di concorso in bancarotta semplice e per mancata tempestiva richiesta di fallimento, con l'aggravante del danno patrimoniale di rilevante gravità.

Presidente della Commissione bilancio del Senato all'epoca dei fatti, Azzollini è stato invece assolto dai reati di induzione indebita a dare o promettere utilità e di bancarotta fraudolenta patrimoniale «perché il fatto non sussite». Fra le pene accessorie comminategli, l'ex esponente di Forza Italia è stato dichiarato inabilitato all'esercizio di un'impresa commerciale per sei mesi e incapace per la stessa durata a esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa.

Le condanne più pesanti - a vario titolo - sono state comminate a suor Assunta Puzzello (sette anni), Dario Rizzi e Antonio Battiante (sei anni), Antonio Albano (cinque anni e sei mesi). Tre anni a Giuseppe D'Alessandro; due anni e sei mesi ad Augusto Toscani; due anni e quattro mesi a Adriana Vasiljevic; un anno e sei mesi (pena sospesa) al commercialista biscegliese Rocco Di Terlizzi, un anno (sempre per con pena sospesa) all'ex presidente del consiglio comunale di Bisceglie Angelo Belsito; otto mesi (pena sospesa) a Lorenzo Lombardi.

Arturo Nicola Pansini, revisore contabile, è stato invece assolto. Il collegio ha dichiarato, infine, di non doversi procedere nei confronti di due imputati che, nel corso del processo, sono deceduti: suor Marcella Cesa e Giuseppe De Bari. Tra le disposizione della sentenza, anche la condanna per alcuni imputati al risarcimento del danno alla congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza, che gestiva l'ente psichiatrico e si era costituita parte civile con l'amministrazione straordinaria. Per quest'ultima è stata decisa una provvisionale immediatamente esecutiva di cinquecentomila euro. Disposta inoltre la trasmissione degli atti alla Procura di Trani, per il reato di falsa testimonianza, a carico di quattro persone.

La sentenza è stata letta in Tribunale, a Trani, nella tarda mattinata di mercoledì 29 gennaio.