Gli artisti e lo staff del Garibaldi omaggiano Christo Yavachev

Teatro "impachettato" da un enorme drappo bianco nel giorno della riapertura

lunedì 15 giugno 2020 11.11
A cura di Vito Troilo
Un pensiero per l'artista bulgaro Christo Yavachev, scomparso lo scorso 1 giugno all'età di 84 anni, in occasione della riapertura dei teatri su tutto il territorio nazionale. Questo il "movente" dell'azione di land art Wrapped theatre che nella notte tra domenica 14 e lunedì 15 giugno ha trasformato il "volto" del Teatro Garibaldi di Bisceglie, chiuso da alcuni mesi per lavori di ristrutturazione che ci si augura possano terminare al più presto.

Malgrado le doverose restrizioni imposte a causa dell'emergenza epidemiologica, l'attività di Sistema Garibaldi non si è mai interrotta. Un esempio è l'organizzazione dell'iniziativa "Il tempo dei piccoli" (start venerdì 19 giugno), che riporterà i bambini - e non solo - a fruire di luoghi all'aperto nel contesto di una manifestazione il cui obiettivo è ispirare, creare suggestioni e instillare conoscenza.

L'omaggio rievoca un'azione compiuta da Christo e dalla sua compagna Jeanne-Claude a Spoleto nel lontano 1968. La crew del Garibaldi ha desiderato così rappresentare, attraverso l'impatto visivo, la delicatezza del momento vissuto dal comparto dell'arte e degli spettacoli. L'installazione è stata resa possibile dall'impresa ManziMarmi che ha fornito il materiale necessario.

«L'idea è maturata nel gruppo dei tecnici e ha immediatamente contagiato tutti» ha spiegato il direttore artistico di Sistema Garibaldi Carlo Bruni. «Covava la necessità di segnare la giornata indicata dal Governo per la riapertura, con un atto teatrale che fosse in grado di testimoniare il disagio dei lavoratori dello spettacolo, senza rinunciare però al compito prioritario del Teatro: quello di rappresentare il proprio tempo e la comunità che lo esprime» ha aggiunto.

«La scomparsa di Christo; la forza iconica di un teatro impacchettato (non sembra indossare una delle mascherine che ormai segnano i nostri volti?); la teatralità stessa dell'atto pubblico, in definitiva una vera messa in scena; il bisogno di toccare una comunità impaziente, pronta ad ignorare, non tanto il virus, ma il suo più intimo significato… Insomma tutto sembrava corrispondere la nostra necessità.
Il resto lo farà il pubblico a cui si è scelto, almeno in questa prima fase, di non fornire particolari spiegazioni, accettando il rischio che la "veste" sia interpretata come il prosieguo del cantiere avviato per la ristrutturazione del Garibaldi (in corso). E si è anche deciso di non concepire l'azione come espressione di protesta, ma come stimolo per una riflessione collettiva: segno manifesto di un Teatro vivo e aperto anche di fronte ad un edificio impacchettato» ha concluso Bruni.
Omaggio a Christo al Teatro Garibaldi di Bisceglie
Omaggio a Christo al Teatro Garibaldi di Bisceglie
Omaggio a Christo al Teatro Garibaldi di Bisceglie