«Il lavoro c'è, ma a me è negato». Storia di un saldatore con trent'anni di esperienza

Il patentino obbligatorio gli costerebbe 2000 euro. Ma Andrea non li possiede

sabato 9 settembre 2017
A cura di Camilla Martire
Dopo trent'anni di onesto lavoro, Andrea, 54 anni e una vita spesa a fare il saldatore, ha appeso gli strumenti al chiodo.
Come lui in migliaia in tutta Italia si trovano nella stessa situazione: a pochi anni da quella che potrebbe essere l'età della pensione, non hanno un lavoro e non possono riqualificarsi.

Per svolgere regolarmente la professione di saldatore (come accade per quasi qualsiasi operaio specializzato) è necessario possedere un patentino, a prescindere dagli anni di esperienza maturati sul campo.
E di esperienza Andrea ne ha: «Ho lavorato a Milano come saldatore sulle ferrovie di Stato. Sono stato fuori Italia, sulle gru in Egitto e Oman. Avevo una ditta autonoma che è fallita nel 2002, da allora è stato difficile trovare un'occupazione come saldatore. Mi sono adattato a quelle che erano le esigenze del mercato e pertanto ho fatto anche il falegname o quello che capitava. Ma ora ho 54 anni, un reddito pari a zero e nessuna prospettiva».

Per conseguire il patentino base occorre frequentare un corso della durata di 40 ore, suddivise tra pratica e teoria, che costa 1200 euro+iva. Costi a cui vanno aggiunti quelli di trasporto, perché i corsi non si fanno ovunque.
La Regione Puglia organizza corsi gratuiti e persino retribuiti per disoccupati e cassaintegrati.
Il paradosso è che per partecipare, in caso non si percepiscano già ammortizzatori sociali, bisogna dimostrare di avere un reddito Isee superiore a 3000 euro. Reddito che Andrea non può dimostrare.
«Mi sono rivolto ai CAF, ai sindacati, agli uffici di collocamento… ma nessuno mi ha dato una dritta. Il bello sapete qual è? che il lavoro, nel mio settore, c'è, anche a distanza di 150km. Questa è una professione richiesta, perché non siamo in tanti a praticarla. Sono sull'orlo di un esaurimento nervoso e continuo a chiedermi: possibile che per lo Stato italiano, nonostante abbia formato decine di ragazzi e abbia un bagaglio così ampio, io professionalmente conto meno che zero? Se qualcuno ha una soluzione, mi aiuti ad uscire da questo inferno».