"La città possibile" sottoscrive il manifesto della comunicazione non ostile

D'Addato: «È indispensabile "maneggiare" le parole con cura»

giovedì 21 ottobre 2021 18.30
L'associazione culturale biscegliese "La città possibile" ha deciso di sottoscrivere il manifesto della comunicazione non ostile, aderendo al progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza nelle parole ideato da Parole o_stili a Trieste. L'obiettivo è ridefinire lo stile con cui si sta sul web e responsabilizzare gli utenti a scegliere con cura le parole, partendo dal presupposto che in modo particolare i social network, pur essendo luoghi virtuali, non sono un porto franco ma il centro in cui si incontrano persone reali.

Dieci i punti del Manifesto della comunicazione non ostile sottoscritti e condivisi da tutti i membri de "La città possibile":
- Virtuale è reale
- Si è ciò che si comunica
- Le parole danno forma al pensiero
- Prima di parlare bisogna ascoltare
- Le parole sono un ponte
- Le parole hanno conseguenze
- Condividere è una responsabilità
- Le idee si possono discutere, le persone si devono rispettare
- Gli insulti non sono argomenti
- Anche il silenzio comunica

«Il manifesto della comunicazione non ostile nasce da intenso lavoro di partecipazione collettiva a cui hanno contribuito esperti della comunicazione, del marketing, del giornalismo e utenti e appassionati della rete» ha affermato Stefania D'Addato, presidente de "La città possibile". «Sono tanti i comuni italiani, aziende, enti, associazioni che hanno già fatto propri i principi cardine di questo manifesto. "La città possibile", nata con l'obiettivo di salvaguardare il patrimonio storico e culturale della nostra comunità non poteva essere insensibile nei confronti delle problematiche riguardanti la comunicazione nello spazio digitale, luogo imprescindibile per qualsiasi relazione sociale» ha spiegato.

«Le parole sono importanti, creano le cose e possono anche distruggerle. Ricordiamoci che la memoria della rete è infinita e tutto ciò che viene scritto rischia di rimanerci per sempre. Alla rete manca il processo catartico del dimenticare e agli individui di alleggerirsi del passato. Proprio per questo dobbiamo maneggiare con cura le nostre parole».