Le attività e i servizi del Centro autismo territoriale dell'Asl Bt

Rapporto dell'azienda in occasione della Giornata mondiale sulla consapevolezza dell'autismo

mercoledì 3 aprile 2019
Nella Asl Bt è attivo un Centro autismo territoriale (Cat). Gli utenti seguiti sono 535 di cui 45 con più di 18 anni.
L'organizzazione si basa sul coinvolgimento di tutti gli operatori dell'unità operativa di Neuropsichiatria infantile diretta dalla dottoressa Brigida Figliolia, adeguatamente formati, per garantire un'articolazione di interventi tra loro strettamente legati.

Il primo livello consiste nell'ambulatorio territoriale (ambulatori di Neuropsichiatria infantile di Barletta, Andria, Trani), sede della prima accoglienza e della visita neuropsichiatrica infantile. Il medico neuropsichiatra dell'età evolutiva che ha effettuato la visita, se ritiene di aver individuato un rischio di diagnosi di Asd, invia il minore al Centro autismo territoriale.

Nel Centro autismo territoriale dell'Unità operativa di Neuropsichiatria infantile si svolge l'approfondimento diagnostico di secondo livello, secondo i protocolli diagnostici nazionali (Scale di Intelligenza, Ados, Adi, s/cale per Asperger). Seguono la progettazione abilitativa mirata, la prescrizione di ausili, l'invio al Collegio per l'individuazione dello stato di handicap per attivazione della attività di integrazione scolastica, il controllo per visite Inps, l'attività di integrazione scolastica in tutte le scuole dei 10 comuni della Bat, le verifiche cliniche e di intervento, il counseling alla coppia genitoriale. Per la fascia della transizione all'età adulta, al paziente adulto per la prima volta è data la possibilità di ricevere una diagnosi specialistica sull'autismo

Per ogni soggetto vengono effettuate almeno 3 visite, che portano a stesura di una relazione clinico-diagnostica restituita ai genitori, con un incontro dedicato, durante il quale si definisce anche la necessità di visita collegiale per accertamento dell'handicap in ambito scolastico, l'approccio abilitativo, l'eventuale prescrizione di ausili specifici e invio a visita della Commissione invalidi.

«L'Autismo è una patologia complessa, caratterizzata da un disordine biologicamente determinato, che si traduce in un disarmonico funzionamento intellettivo, comunicativo-linguistico-relazionale e comportamentale, che accompagna il soggetto per l'intero ciclo della vita» ha spiegato la dottoressa Brigida Figliolia. «Comporta un lavoro multidimensionale e multiprofessionale sia per la diagnosi, che per la presa in carico. Necessita di una diagnosi precoce e corretta, finalizzata a strutturare un progetto di intervento precoce, in rapporto alle specifiche caratteristiche del suo profilo funzionale».

L'obiettivo dell'intervento consiste nel fornire ai pazienti autistici una spinta maturativa per facilitare l'emergenza di competenze (cognitive, comportamentali e comunicative), che possano favorire l'adattamento del soggetto all'ambiente in cui vive, correggere i comportamenti disadattivi e favorire lo sviluppo di un soddisfacente profilo emozionale.

Il raggiungimento di tale finalità deve prevedere una serie di obiettivi intermedi, che si articolano lungo una sorta di percorso terapeutico "evolutivo".

La presa in carico deve evitare la dispersione, la ridondanza e la disomogeneità degli interventi. Pertanto, è necessario pensare ad un modello che possiamo definire "sistema curante" che preveda una collaborazione costruttiva e competente, tra le diverse forze che interagiscono attorno al singolo soggetto.
I quattro principali sottosistemi che formano il Sistema Curante sono il sistema sanitario, il sistema scolastico, il sistema famiglia, il terzo settore.