Le opposizioni: «Il consiglio si tenga in aula»

Sette consiglieri di minoranza chiedono che la discussione si svolga a Palazzo San Domenico

venerdì 22 maggio 2020 0.20
Sette consiglieri comunali di minoranza (Amendolagine, Capurso, Napoletano, Preziosa, Russo, Sasso e Spina) hanno protocollato al presidente della massima assise cittadina Gianni Casella e per conoscenza al sindaco Angelantonio Angarano oltre che agli altri componenti dell'assemblea una richiesta finalizzata allo svolgimento della riunione in programma lunedì 25 maggio (con inizio alle ore 16) in presenza nell'aula consiliare di Palazzo San Domenico anziché in videoconferenza come da convocazione (link all'articolo).

Secondo quanto riportato nell'istanza, l'articolo 73 del Decreto Legge 18/2020 non dispone l'obbligatorietà dello svolgimento in videoconferenza. Gli esponenti delle opposizioni (con la sola eccezione di Vittorio Fata, unico a non figurare tra i firmatari) hanno rimarcato la richiesta di convocazione del consiglio presentata martedì 19 maggio, con l'obiettivo di discutere il piano di lottizzazione della maglia 165, punto già calendarizzato nella riunione del 12 marzo e mai discusso, neppure in seconda convocazione il 16 marzo scorso «andata deserta per la mancanza della maggioranza e del numero legale».

Le minoranze hanno sottolineato, peraltro, come proprio in sala consiliare, nei giorni scorsi, si sia svolto un incontro coi rappresentanti delle attività produttive e posto l'accento sul fatto che le attività del parlamento e delle relative commissioni, oltre che dei consigli comunali di alcune città vicine (come Molfetta) si svolgano in aula, pur nel rispetto delle misure di sicurezza previste.

Secondo i sette firmatari «è palese che il consiglio possa essere convocato e svolgersi a Palazzo San Domenico, consentendo un dibattito e una visione più efficaci». In alternativa è stato proposto uno spostamento in altri immobili di proprietà comunale, come per esempio l'auditorium Santa Croce, una palestra scolastica o addirittura il PalaDolmen, «che garantiscano, per la loro ampiezza, le misure di distanziamento sociale».