Performance-concerto del musicista Di Cesare per Avvistamenti

Domenica presso il chiostro di Santa Croce

domenica 29 luglio 2018 15.51
Domenica 29 luglio, alle ore 21:00, nell'ambito della sedicesima edizione di Avvistamenti (non) è un Festival, organizzata dal Cineclub Canudo con la direzione artistica di Antonio Musci e Daniela Di Niso e realizzata con il sostegno dell'assessorato all'industria turistica e culturale della regione Puglia, la collaborazione di Apulia Film Commission e il patrocinio del comune di Bisceglie, si svolgerà la performance-concerto, intitolata "Entropia: ciò che vedo mentre suono", del musicista Giuliano Di Cesare.

Diplomato in tromba presso il Conservatorio "Niccolò Piccinni" di Monopoli, dove nel 1994 ha studiato musica jazz con il maestro Gianni Lenoci, Di Cesare nel contempo si appassiona al mondo della musicoterapia seguendo numerosi workshop. Polistrumentista, suona tromba, didjeridoo e flauto traverso. Ideatore e costruttore di strumenti musicali come la tromba Emotion, in grado di dipingere tele dalle mille sfumature cromatiche mentre suona. Modifica e adatta strumenti musicali per diversamente abili.

La performance sarà realizzata in collaborazione col percussionista Luca Vincenzo Lorusso, che ha già preso parte con Entropia al Festival Anima Mea di Gioacchino De Padova, nel gennaio 2018 e che sarà presente al Talos Festival di Pino e Livio Minafra il 4 settembre prossimo. La vera sorpresa di questo evento unico sarà la pittura digitale di Michele Sambin, un maestro dell'arte della performance a tutto tondo, un pioniere visionario che da oltre quarant'anni porta avanti il suo dialogo con e tra le arti.

Musica, teatro, disegno, pittura, cinema, video, uso creativo della luce sono esplorati da Sambin soprattutto nel loro essere "dal vivo", nell'unicità della dimensione del tempo reale, indagato in modi del tutto originali nella dialettica che esso instaura con i mezzi di riproducibilità tecnica, in un dialogo fra tempo che fugge e tempo che consuma, volatilità dell'evento e sua fissazione su un supporto, corpo che agisce e corpo rappresentato, strumenti classici ed elettronica. Sambin fa tutto questo a partire dagli anni sessanta e continua a farlo - in varie forme.

Entropia si basa su due principi fondamentali: l'uso di suoni e musica non idiomatica, che diventa composizione estemporanea, e la fusione di forma e contenuti, musicali e pittorici, in un mix creativo che disorienta l'ascoltatore proponendogli, quale unico appiglio, il vagare ritmico nell'inconscio, alla ricerca dei propri "suoni essenziali". Questi i concetti base che condurranno chi ascolta - e vede! - alla scoperta di percorsi sonori ancestrali e inattesi. L'artista, infatti, snoda la sua ricerca sul crinale ricco e sorprendente della free improvisation, dove un luogo particolare e un momento irripetibile costituiscono l'opera, che appare improvvisa nella fusione tra suono e colore, manifestandosi nell'atto creativo in cui l'attimo sonoro si materializza con la sua impronta cromatica, emozionale. L'esposizione finale dell'opera sarà al contempo "il viaggio e la meta" prova tangibile della fusione possibile tra "suoni e colori".