Reddito di cittadinanza, Cgil Bat: «I comuni hanno attivato i Puc?»

Il segretario generale Biagio D'Alberto chiede conto alle amministrazioni locali dell'attivazione dei progetti di utilità collettiva

mercoledì 19 febbraio 2020
Puc è l'acronimo di progetti di utilità collettiva: uno strumento a disposizione delle amministrazioni locali attraverso il quale è possibile chiedere ai percettori del reddito di cittadinanza di svolgere determinate attività lavorative, che contribuiscano, per esempio, a un maggiore decoro delle città. La pulizia delle spiagge, la raccolta dei piccoli rifiuti nei quartieri, la gestione delle biblioteche comunali, i piccoli lavori di manutenzione e di pitturazione nelle scuole, la cancellazione delle scritte dai muri della città e la cura dei parchi: queste alcune delle tipologie di intervento che potrebbero riguardare una parte di coloro che ricevono il reddito di cittadinanza (stimati in circa 5 mila nella sola Bat).

«Per ciò che ci è dato sapere nella nostra provincia solo il Comune di Barletta ha avviato una riflessione finalizzata alla costruzione di idee utili alla sperimentazione di progetti per la collettività. Ci piacerebbe capire se ci sia la stessa sensibilità anche da parte delle altre città della Bat» ha commentato Biagio D'Alberto, segretario generale Cgil Bat.

«Proveremo a capirlo sollecitando una fase di confronto che produca il risultato più utile per tutti. L'8 gennaio scorso è stato pubblicato il decreto che definisce forme, caratteristiche e modalità di attivazione dei Puc ma i comuni che devono attivarli sono ancora fermi, in attesa del via libera della Corte dei Conti che permetterà di stabilire a quanto ammonta il premio assicurativo da corrispondere all'Inail. Nel frattempo, pur comprendendo la necessità dei sindaci di avere chiarimenti in merito, riteniamo che si debbano iniziare a mettere in piedi idee e progettualità per farsi trovare pronti al momento dello start» ha aggiunto.

«Anche se c'è un rischio e cioè che i Puc facciano la fine dei vecchi lavori socialmente utili - alcuni dei quali, a circa 30 anni di distanza, aspettano ancora la stabilizzazione -, riteniamo che sia indispensabile immettere queste persone in un circuito virtuoso rilanciando competenze vere. Così, oltre che essere utili alla collettività, potranno anche acquisire competenze per ripresentarsi con successo nel mercato del lavoro quando ce ne sarà l'opportunità» ha concluso il dirigente sindacale.