Si ricostituisce la sezione biscegliese dell'Anpi. Sarà intitolata a Michele D'Addato

Iniziativa pubblica a Palazzo Tupputi il prossimo 12 aprile

martedì 2 aprile 2019 8.54
A cura di Vito Troilo
Nuovo impulso per la sezione di Bisceglie dell'Anpi, l'associazione nazionale partigiani d'Italia.

Venerdì 12 aprile, al Laboratorio Urbano Palazzo Tupputi di via Cardinale Dell'Olio, con inizio alle ore 18:30, si terrà un'iniziativa pubblica di presentazione alla città del progetto di ricostituzione dell'associazione. Previsti gli interventi di Antonello Rustico, presidente incaricato dell'Anpi Bisceglie, e Roberto Tarantino, presidente Anpi Bat. Introdurrà il sindaco di Bisceglie Angelantonio Angarano. Nel corso dell'evento Lea Durante, docente di letteratura italiana all'Università degli Studi "Aldo Moro" di Bari, presenterà "Libere sempre, una ragazza della Resistenza ad una ragazza di oggi" di Marisa Ombra, vicepresidente dell'Anpi staffetta partigiana, che ha ricoperto negli anni vari ed importanti incarichi, come dirigente dell'UDI (Unione Donne Italiane) e presidente della cooperativa Libera Stampa, editrice della rivista "Noi donne". Letture a cura di Alessandra Abbattista.

La sezione biscegliese Anpi sarà intitolata a Michele D'Addato, molto noto come calciatore e sportivo ma di cui sono pressoché sconosciute le sue azioni da partigiano.

L'Anpi, costituita il 6 giugno 1944, con i suoi 120 mila iscritti, è tra le più grandi associazioni combattentistiche presenti ed attive nel Paese. Mantiene tutt'oggi lo spirito plurale ed aggregativo con cui è stata attiva sin dalla sua formazione e concorre alla realizzazione di un progetto comune: la custodia e la piena attuazione ed applicazione dei valori della Costituzione, di cui quest'anno ricorre il 70° anniversario dell'entrata in vigore; si impegna, quindi, nella difesa della democrazia e nella promozione della memoria di quella grande stagione di conquista della libertà che fu la Resistenza, grande movimento di lotta contro chi minacciava le libertà individuali, negava la giustizia sociale e discriminava i cittadini.