"Sono più forte io": il cortometraggio del biscegliese Giovanni Tortora premiato a Montecitorio
Una realizzazione degli studenti dell’istituto "Bello - Salvemini" di Molfetta sul tema della droga e delle dipendenze
mercoledì 12 novembre 2025
10.48
Dopo Palazzo Chigi, Montecitorio. Continua il successo di "Sono più forte io", il cortometraggio realizzato dagli studenti dell'istituto "Bello - Salvemini" di Molfetta, sul tema della droga e delle dipendenze. Il progetto cinematografico ha ricevuto un importante riconoscimento, consegnato lo scorso 4 novembre a Roma nell'aula dei gruppi parlamentari di Montecitorio. A presenziare alla cerimonia c'erano la dirigente Maria Rosaria Pugliese, la vicepreside Fiorella Lepore, i docenti Fabio Modesti, referente del progetto, e Giovanni Tortora, biscegliese regista del cortometraggio, insieme a ad una delegazione di alunni della classe 5A indirizzo Cultura e Spettacolo.
Il premio è stato consegnato dal Prefetto di Roma Lamberto Giannini e dal Direttore centrale delle specialità della Polizia di Stato Renato Cortese, nell'ambito del convegno "Dai principi costituzionali alla credibilità del servire", organizzato dal Parlamento della legalità Internazionale del presidente Nicolò Mannino e del vice Salvatore Sardisco. Presenti alla manifestazione anche Monsignor Domenico Cornacchia, vescovo della diocesi di Molfetta e guida spirituale del movimento, Brigida Alaimo, assessore alla legalità del Comune di Palermo e Giuseppe Siviglia, Sindaco del Comune di San Giuseppe Jato. A Maria Rosaria Pugliese è stato conferito, inoltre, il Premio "Sentieri di pace con voci di bellezza", da parte dell'Onorevole Carolina Varchi, segretaria generale della Camera dei Deputati.
«Questo riconoscimento rappresenta un grande motivo di orgoglio per tutta la comunità scolastica - ha dichiarato la dirigente Maria Rosaria Pugliese -. Dimostra che il coraggio di raccontare può diventare una forma concreta di prevenzione e che la scuola può essere il luogo in cui si impara a scegliere la libertà dalle dipendenze con la forza del pensiero e delle emozioni autentiche».
"Sono più forte io", realizzato da studenti provenienti da Molfetta, Giovinazzo e Bisceglie, ha saputo esplorare un tema delicato attraverso le voci di chi ha vissuto la realtà della droga sulla propria pelle. L'idea alla base del progetto è stata quella di ascoltare direttamente le esperienze degli ospiti della Comunità Terapeutica "Lorusso Cipparoli" di Giovinazzo, raccogliendo le loro riflessioni su tre momenti chiave della dipendenza: l'abuso, la rottura e la catarsi.
Si tratta dell'ennesimo premio per il cortometraggio, già vincitore del concorso nazionale "Lavori in corto" e premiato a Palazzo Chigi in occasione del concorso "No alla droga, no ad ogni forma di dipendenza", che continua a riscuotere successo e consensi.
Il premio è stato consegnato dal Prefetto di Roma Lamberto Giannini e dal Direttore centrale delle specialità della Polizia di Stato Renato Cortese, nell'ambito del convegno "Dai principi costituzionali alla credibilità del servire", organizzato dal Parlamento della legalità Internazionale del presidente Nicolò Mannino e del vice Salvatore Sardisco. Presenti alla manifestazione anche Monsignor Domenico Cornacchia, vescovo della diocesi di Molfetta e guida spirituale del movimento, Brigida Alaimo, assessore alla legalità del Comune di Palermo e Giuseppe Siviglia, Sindaco del Comune di San Giuseppe Jato. A Maria Rosaria Pugliese è stato conferito, inoltre, il Premio "Sentieri di pace con voci di bellezza", da parte dell'Onorevole Carolina Varchi, segretaria generale della Camera dei Deputati.
«Questo riconoscimento rappresenta un grande motivo di orgoglio per tutta la comunità scolastica - ha dichiarato la dirigente Maria Rosaria Pugliese -. Dimostra che il coraggio di raccontare può diventare una forma concreta di prevenzione e che la scuola può essere il luogo in cui si impara a scegliere la libertà dalle dipendenze con la forza del pensiero e delle emozioni autentiche».
"Sono più forte io", realizzato da studenti provenienti da Molfetta, Giovinazzo e Bisceglie, ha saputo esplorare un tema delicato attraverso le voci di chi ha vissuto la realtà della droga sulla propria pelle. L'idea alla base del progetto è stata quella di ascoltare direttamente le esperienze degli ospiti della Comunità Terapeutica "Lorusso Cipparoli" di Giovinazzo, raccogliendo le loro riflessioni su tre momenti chiave della dipendenza: l'abuso, la rottura e la catarsi.
Si tratta dell'ennesimo premio per il cortometraggio, già vincitore del concorso nazionale "Lavori in corto" e premiato a Palazzo Chigi in occasione del concorso "No alla droga, no ad ogni forma di dipendenza", che continua a riscuotere successo e consensi.