Cardiologia, dopo il rischio chiusura arrivano due medici a tempo

La soluzione tampone non risolve la carenza di organico nell'unità operativa dell'ospedale di Bisceglie

giovedì 7 dicembre 2017
A cura di Serena Ferrara
Un bilico pericoloso. È quello su cui cammina il reparto di Cardiologia di Bisceglie, da troppo tempo in carenza di personale medico.
Nelle settimane scorse il direttore dell'unità operativa dott. Giovanni Da Luca, non riuscendo più a gestire il carico di lavoro con sole nove unità totali di personale, aveva proposto alla direzione sanitaria del presidio ospedaliero Bisceglie – Trani, la chiusura temporanea del reparto a partire dall'1 dicembre.

L'ASL Bt, con nota del dirigente Andrea Sinigaglia, aveva però stoppato l'operazione e, pur condividendo le motivazioni sottese al gesto, ricordato che solo direttore medico del presidio, in casi estramemente contingenti e per motivi di ordine igienico-sanitario, può autorizzare la chiusura di un'unità operativa. La proposta dell'Asl Bt alternativa alla chiusura era quella di ridurre i posti letto a sei, sospendere temporaneamente le attività ambulatoriali esterne al presidio e così riuscire a garantire una turnazione di due unità al mattino, una o due al pomeriggio, una alla notte ed una reperibilità.

L'intervento diretto di Ottavio Narracci, direttore generale della Asl Bt, ha poi permesso di percorrere una terza via: il temporaneo allargamento dell'organico con il subentro di due cardiologi provenienti dai reparti di cardiologia di Andria e Barletta.

Scongiurata la chiusura del reparto, si attende una soluzione definitiva al caso – Bisceglie. Il sindacato FIALS, che si sta occupando del caso, sta dando battaglia affinché si possa procedere con l'assunzione di due nuovi cardiologi, attingendo dalla graduatoria dell'avviso pubblico per la sostituzione di una maternità e una dimissione.