Discoteche ancora chiuse, Maggialetti: «Un affronto»

Il titolare del Df Disco di Bisceglie: «Siamo l'unica categoria ferma da ben 17 mesi. A breve presidio davanti a Palazzo Chigi»

domenica 4 luglio 2021 9.14
A cura di Vito Troilo
Una vicenda incredibile, specie se si considera il tempo trascorso inutilmente. Il settore discoteca resta, al momento, l'unica tipologia di attività dell'intrattenimento e commerciale ancora ferma a 17 mesi dall'escalation della pandemia di Covid-19. Una situazione assurda da qualsiasi punto di vista la si voglia analizzare, al punto che gli imprenditori del comparto, stufi del disinteresse che la politica ha espresso non occupandosi della questione, hanno annunciato l'adozione di iniziative simboliche.

«Ci vergogniamo dell'indifferenza e della noncuranza dei politici di fronte al dramma che viviamo da 17 mesi: siamo l'unica categoria ad aver subìto uno stop così brutale e draconiano» ha commentato Roberto Maggialetti, titolare del Df Disco di Bisceglie. «Per questo motivo saremo a breve nella capitale per un presidio permanente davanti a Palazzo Chigi: rimarremo lì giorno e notte finché la politica non ci comunicherà la data della riapertura delle nostre attività» ha evidenziato.

«Non si capisce per quale motivo le discoteche debbano rimanere chiuse quando tutta Italia lavora, in qualsiasi settore, anche senza regola alcuna. Gli esempi sono di fronte a tutti. E sono continui. Questo comportamento è un affronto verso chi vorrebbe fare onestamente il proprio lavoro, ed invece è impossibilitato a farlo» ha tuonato l'imprenditore molfettese, rivolgendo un appello «a tutti gli amici, dipendenti, pr, dj, artisti e operatori del settore che, da settimane, ci chiamano, ogni giorno, per avere novità e una parola di conforto».

Il comparto discoteca è rimasto escluso, ancora una volta, dall'ordine del giorno delle riunioni del consiglio dei ministri: «Dobbiamo dedurre che per la politica 90 mila persone possono continuare a rimanere a casa, senza lavoro, dignità e neppure una risposta. A questo punto andremo a chiederle di persona, così conosceremo almeno le ragioni per cui dobbiamo morire» ha aggiunto Maggialetti.

L'impressione è che il settore sia stato dimenticato, oltre che demonizzato in alcune fasi, considerata la prolungata chiusura con brevi parentesi di riaperture caratterizzate da fortissime limitazioni: «I danni economici subiti sono molto gravi e i sostegni ricevuti dallo Stato appaiono decisamente insufficienti a comopensare gli impegni economici dovuti come gli affitti e i costi fissi delle utenze» ha rilevato il titolare della struttura biscegliese.

«I dipendenti stagionali a fine contratto non sono stati richiamati visto che i locali sono chiusi: si trattava, per il 90%, di studenti universitari che adesso sono tornati a fare gli studenti: i costi del mancato guadagno per quella tipologia di impeghi temporanei sono ricaduti sui loro genitori. Un dramma del quale nessuno si sta occupando» ha concluso Maggialetti.