La tristezza nei frantoi

Una riflessione di Enzo Di Pierro, imprenditore agricolo, già assessore comunale all'agricoltura

domenica 8 dicembre 2019
Riflessione piuttosto amara, quella che Enzo Di Pierro - imprenditore agricolo, già assessore comunale all'agricoltura - ha affidato a Bisceglieviva a proposito della situazione del comparto olivicolo biscegliese e del territorio.

«Si avvicina il Natale ma nella nostra città - come penso anche in quelle vicine - esistono alcuni posti tristi. Luoghi di sofferenza e lavoro che purtroppo sono pieni di sconforto. Posti nei quali, gli anni passati, ci si recava con entusiasmo e un pizzico d'orgoglio. Dove si avvertiva il riconoscimento dei sacrifici fatti. Posti in cui si sentiva l'odore del raccolto, il profumo di un oro particolare, di un unguento che leniva i dolori di schiena e santificava le gioie e le feste imminenti per le famiglie. Quei posti sono i frantoi.

Entrando in questi giorni si respira un'aria surreale. Non c'è fermento ma quasi un senso di sottomissione e sconforto per quello che sta accadendo. Vedi i contadini, i produttori, con la testa china e quasi disinteressati a quello che stanno facendo.

Dopo i danni della scorsa campagna, le notizie dell'abbattimento e della distruzione di ulivi per quella tragedia che è la Xylella ci si aspettava altro e invece i prezzi sono dimezzati rispetto allo scorso anno. Hanno persino affrontato un'annata di siccità senza precedenti che ha fatto lievitare in maniera esponenziale il costo della coltura. Vengono, anche, da due annate tragiche riguardanti le ciliegie e l'uva da tavola, prodotti cardine della nostra economia. Tutto questo pesa enormemente, oltre che sulle loro spalle, su tutto il tessuto economico della nostra città.

La cosa che fa più male è il silenzio vergognoso delle organizzazioni agricole e delle istituzioni. Alcuni fanno campagne elettorali sull'orgoglio contadino... Mi chiedo oggi dove siano. Ricordo ancora la manifestazione a Roma per le gelate: tutte promesse che non hanno mantenuto. Ora non una parola, non un minimo di attenzione per i produttori. Sono altri i problemi che devono risolvere. Tutti sanno che i grandi e i piccoli del settore olivicolo fanno cartello. Tutti sanno che non si può discutere di queste problematiche al momento della raccolta. Tutti sanno che bisogna tornare a stoccare il nostro olio e immetterlo sul mercato quando il prezzo è giusto. Tutti sanno che serve ad "aggiustare" tutti gli altri oli del mondo. Ma nessuno fa niente. Intanto i trattori, coi loro carichi, si accodano sempre più lentamente verso un declino che non ha fine».