Il Bisceglie sprofonda nell'incubo: Eccellenza

Inutile il successo interno sul Nola: il San Giorgio espugna Caserta e condanna la squadra di Racanati

domenica 22 maggio 2022 20.26
A cura di Vito Troilo
Le modalità più beffarde per l'epilogo che purtroppo in tanti hanno preso in considerazione da un certo punto in poi dell'annata. Il Bisceglie calcio ha collezionato la quarta retrocessione consecutiva sul campo - un record tristissimo - ed è precipitato di nuovo negli inferi del calcio dilettantistico regionale. La netta affermazione (4-0) ottenuta al "Ventura" su un Nola già in vacanza non ha salvato la squadra di Vincenzo Racanati, alla quale non è riuscito il sorpasso al fotofinish nei confronti del San Giorgio a Cremano, corsaro sul rettangolo della Casertana. Penultimo posto in classifica nel girone H nonostante i 39 punti, le 8 vittorie e i 15 pareggi a ruolino di marcia (oltre le 15 sconfitte): nessuna fra le 18 formazioni scese direttamente di categoria dalla Serie D ha fatto meglio della compagine nerazzurra ma resterà una magra consolazione.

L'ultima sfida dell'annata è stata archiviata nel primo tempo: i bianconeri ospiti sono rimasti in inferiorità numerica dopo appena 19 minuti per l'espulsione di D'Orsi (fallo da ultimo uomo su Acosta lanciato a rete) e il Bisceglie si è sbloccato intorno alla mezz'ora proprio grazie all'argentino Acosta, lesto nello sfruttare un traversone del giovane Divittorio. Tre minuti più tardi lo stesso Acosta ha servito di testa l'assist vincente per Crisci che con un tap-in da pochi passi ha trafitto l'estremo avversario. L'inzuccata di uno scatenato Acosta su corner (38') e l'acuto di Sandomenico (44') imbeccato da Izco hanno anticipato i titoli di coda su un confronto che nella ripresa si è trascinato senza particolari sussulti. Occhi e orecchie puntati sulle notizie dal "Pinto": il gol di Mancini nel recupero del primo tempo ha condannato gli stellati alla fragorosa discesa.

Un destino per alcuni già scritto ma ugualmente doloroso che induce a riflettere, una volta per tutte, sul senso stesso della dimensione che il calcio biscegliese può realmente assumere: l'eloquente disinteresse della città non è soltanto frutto dei risultati insoddisfacenti ma il segno di tempi che cambiano e gusti che andrebbero incertatti con strategie differenti. Le analisi, per quanto necessarie, rischierebbero di sembrare tardive ma l'auspicio, per il bene del calcio biscegliese, è che finalmente si discuta di gestione sportiva in modo serio e circostanziato. Quali saranno gli interlocutori, adesso, non è dato di saperlo.