Nelmodogiusto commemora l'anniversario della morte di Sergio Cosmai

«e punta il dito contro mafia e atteggiamenti dello stesso stampo

mercoledì 13 marzo 2019
Era il pomeriggio del 12 marzo 1985 e il dottor Sergio Cosmai rientrava da Vibo Valentia, dove si era recato per servizio. Con la sua Fiat Cinquecento percorreva il tratto di strada, che oggi porta il suo nome, tra la casa circondariale di Cosenza e la scuola dove lo attendeva la figlia Rossella, quando un gruppo di criminali apriva il fuoco, ferendolo gravemente. Nonostante i soccorsi e i trasferimenti in più ospedali, il dottor Cosmai spirava il 13 marzo.

Sergio Cosmai era nato a Bisceglie il 10 gennaio 1949; laureato in giurisprudenza all'Università degli Studi di Bari, prestava servizio nell'amministrazione dal 1 marzo 1977. Aveva lavorato negli istituti penitenziari di Trani, Lecce, Palermo, Locri, Crotone e dal 1982 dirigeva l'istituto di Cosenza. Le persone che lo hanno conosciuto lo ricordano sempre con affetto e stima.

Le istituzioni e la stampa, ancora oggi, continuano ad affermare che l'uccisione del dottor Cosmai era stata ordinata dalla criminalità per "punire" un integerrimo funzionario dello Stato. Il 18 ottobre 2006 una brillante operazione dei Carabinieri di Cosenza ha assicurato alla giustizia 34 persone - alle quali sono stati contestati, a vario titolo e con diversi livelli di responsabilità, i reati di omicidio, sequestro di persona ed altro - e ha consentito di fare piena luce sull'assassinio di Cosmai, con l'individuazione dei responsabili dell'omicidio (la sentenza di condanna, divenuta poi definitiva, è intervenuta nel 2012).

Un servitore dello Stato, ucciso dalla 'ndrangheta nell'adempimento del suo dovere.
#Nelmodogiusto, oggi, si unisce al dolore della famiglia del dottor Cosmai e invita la cittadinanza tutta a ricordare quell'esempio e testimonianza encomiabile di senso della legalità, di giustizia e di assolvimento del proprio dovere che era ed è Sergio Cosmai. Un uomo che profondeva tali valori nella sua vita professionale, nella consapevolezza che, solo se perseguiti con tenacia, possono far crescere una comunità e il benessere morale ed economico della stessa.