
Attualità
Fials Bat all'attacco sulla soppressione del punto nascite di Bisceglie
«Se dovessimo tenere conto dei parametri ministeriali la metà degli ospedali pugliesi dovrebbe chiudere»
Bisceglie - sabato 6 luglio 2019
12.44
Angelo Somma e Sergio Di Liddo, rispettivamente Segretario e vicesegretario Fials Bat, hanno commentato la notizia della chiusura del reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie, che in base al piano di riordino ospedaliero presentato dalla regione Puglia e accettato dal ministero della salute, dovrà essere effettuata entro il 31 dicembre 2020.
«Nonostante le promesse fatte nel corso di una visita di cortesia dal presidente Emiliano, il nosocomio di Bisceglie è classificato nuovamente ospedale di base, nonostante una dotazione di circa 167 posti letto con almeno 6 unità operative specialistiche inclusa la rianimazione, cardiologia, terapia intensiva, malattie infettive, rndocrinologia con posti letto e di livello sovra aziendale, superiore ad altri presidi ospedalieri dei paesi confinanti classificati ospedali di primo livello senza trianimazione e con meno posti letto» hanno sottolineato i due rappresentanti dell'organizzazione sindacale.
«In base alla stessa delibera di giunta regionale si prevede la chiusura entro e non oltre il 31 dicembre 2020 dello storico punto nascita del presidio ospedaliero di Bisceglie. Motivo? Nel 2018 non sono stati raggiunti i 1000 parti previsti dal decreto ministeriale.
Se dovessimo tener conto dei parametri del ministero, allora la metà degli ospedali pugliesi dovrebbe chiudere. Quanto alle nascite, ciò che è stato disposto nel 2016 non tiene conto delle statistiche nazionali, da cui evince un calo demografico» hanno rimarcato.
«La Fials, dopo il tentativo di chiusura della cardiologia nel 2018, ha lanciato diversi allarmi su un eventuale depotenziamento dell'ospedale di Bisceglie ma evidentemente questi allarmi sono stati sottovalutati. L'appello che la segreteria rivolge al presidente della regione e alla politica è di attivarsi con massima urgenza affinché il "Vittorio Emanuele II" possa essere classificato ospedale di Primo Livello, trovando le giuste soluzioni per evitare la perdita di un'altro punto nascita sul nostro territorio e un ulteriore calo assistenziale nei confronti dei cittadini di questo territorio già penalizzati da un basso indice di posti letto (della Puglia e d'Italia) rispetto alla popolazione residente.
L'Asl Bt ha quasi la metà dei posti letto che le spettano secondo gli standard nazionali. Pertanto in questo territorio le unità operative non devono essere assolutamente chiuse, ma incrementate e potenziate.
La Fials preannuncia forti manifestazioni di protesta con presidi permanenti qualora non si dovessero attuare soluzioni concrete alla questione».
«Nonostante le promesse fatte nel corso di una visita di cortesia dal presidente Emiliano, il nosocomio di Bisceglie è classificato nuovamente ospedale di base, nonostante una dotazione di circa 167 posti letto con almeno 6 unità operative specialistiche inclusa la rianimazione, cardiologia, terapia intensiva, malattie infettive, rndocrinologia con posti letto e di livello sovra aziendale, superiore ad altri presidi ospedalieri dei paesi confinanti classificati ospedali di primo livello senza trianimazione e con meno posti letto» hanno sottolineato i due rappresentanti dell'organizzazione sindacale.
«In base alla stessa delibera di giunta regionale si prevede la chiusura entro e non oltre il 31 dicembre 2020 dello storico punto nascita del presidio ospedaliero di Bisceglie. Motivo? Nel 2018 non sono stati raggiunti i 1000 parti previsti dal decreto ministeriale.
Se dovessimo tener conto dei parametri del ministero, allora la metà degli ospedali pugliesi dovrebbe chiudere. Quanto alle nascite, ciò che è stato disposto nel 2016 non tiene conto delle statistiche nazionali, da cui evince un calo demografico» hanno rimarcato.
«La Fials, dopo il tentativo di chiusura della cardiologia nel 2018, ha lanciato diversi allarmi su un eventuale depotenziamento dell'ospedale di Bisceglie ma evidentemente questi allarmi sono stati sottovalutati. L'appello che la segreteria rivolge al presidente della regione e alla politica è di attivarsi con massima urgenza affinché il "Vittorio Emanuele II" possa essere classificato ospedale di Primo Livello, trovando le giuste soluzioni per evitare la perdita di un'altro punto nascita sul nostro territorio e un ulteriore calo assistenziale nei confronti dei cittadini di questo territorio già penalizzati da un basso indice di posti letto (della Puglia e d'Italia) rispetto alla popolazione residente.
L'Asl Bt ha quasi la metà dei posti letto che le spettano secondo gli standard nazionali. Pertanto in questo territorio le unità operative non devono essere assolutamente chiuse, ma incrementate e potenziate.
La Fials preannuncia forti manifestazioni di protesta con presidi permanenti qualora non si dovessero attuare soluzioni concrete alla questione».