Inceneritore
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Attualità

La lungimiranza biscegliese sul no agli inceneritori

Una delibera bipartisan di consiglio comunale ne vietò la realizzazione sul territorio comunale già dal 2014

Il tema inceneritori è tornato prepotentemente d'attualità prendendosi la ribalta del dibattito politico anche a causa delle divergenze sul tema fra i partner di governo Movimento 5 Stelle e Lega.

L'argomento ha suscitato l'interesse dei biscegliesi già negli anni '90, quando fu uno dei capisaldi della campagna elettorale della coalizione di centrosinistra, guidata in entrambi i casi dal comunista Franco Napoletano (eletto sindaco), che vinse nelle amministrative del 1996 e del 1998 al ballottaggio contro le formazioni di centrodestra, ritenute in una certa misura promotrici dell'intenzione di costruire un inceneritore sul territorio comunale. Leggende metropolitane? Armi di strumentalizzazione politica? Ricostruire per filo e per segno quanto accaduto risulterebbe molto difficile a distanza di oltre due decenni.

L'improvvisa riapparizione dello "spettro" della possibile realizzazione di un impianto di compostaggio (l'evoluzione degli inceneritori di un tempo) risale al settembre del 2012. Secondo quanto emerso e riportato dalle cronache del tempo, un imprenditore privato salentino avrebbe manifestato l'interesse alla costruzione della struttura su suolo biscegliese, a quanto pare in zona Lama di Macina, per lo smaltimento di carcasse di animali e fanghi provenienti da altri depuratori pugliesi, oltre che di rifiuti speciali provenienti dalle province di Foggia e Bat oltre che dall'Area Metropolitana di Bari. Una canna per le esalazioni e i fumi dell'altezza di dieci metri avrebbe dovuto consentire il flusso di quanto incenerito.

Il progetto, al quale - secondo i meglio informati - sarebbero stati allegati persino i contratti preliminari di acquisto dei terreni da adibire all'uso, fu dichiarato irricevibile dall'Arpa Puglia, l'agenzia regionale per l'ambiente. La parola "fine" fu posta il 14 gennaio del 2014 da una risoluta delibera di consiglio comunale fortemente voluta dalla maggioranza guidata dall'allora sindaco Francesco Spina, che ottenne il voto favorevole dei consiglieri dell'allora Popolo delle libertà e di Franco Napoletano, all'epoca presidente del consiglio comunale.

L'impianto sarebbe stato messo in funzione a metri dall'area del Pantano, una delle zone di pregio ambientale del territorio. L'ordine del giorno estese il secco "niet" a qualsiasi futura realizzazione di un impianto di compostaggio a Bisceglie, non risultando, secondo quanto sostenuto «alcun vantaggio per la città oltre che la presenza di sufficienti elementi che rasserenino i cittadini biscegliesi sugli effetti delle polveri e dei fumi scaturenti dal processo di combustione».

Sono 56, al momento, gli inceneritori censiti in Italia, due dei quali in Puglia (a Massafra e Manfredonia). Tre di essi sono in smantellamento, altri tre sono sospesi, 7 quelli chiusi: ne restano attivi 43.
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