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Il Ponte dell'Almà
Capitolo ottavo
"Il Ponte dell'Almà", il nuovo romanzo a puntate del dott. Antonio Marzano
domenica 9 novembre 2025
I miei occhi rimangono incollati alle spalle di Mario,mentre lui attraversa la strada per raggiungere la sua Agenzia.
Ho un turbinio di sensazioni,fino ad un senso di smarrimento che mi fa vacillare. Mi metto alla guida e come succede quando ho bisogno di rimanere da solo, dopo aver percorso il tratto di strada che segna la Villa Comunale,mi ritrovo e sensa contezza ,sulla statale sedici in direzione Molfetta. Raggiungo lentamente,molto lentamente,l'ingresso poco curato della casa di campagna,apro il cancello, percorro il viale e mi rifugio all'ombra dei pini.
Ho bisogno di pensare e senza fretta,senza ingombranti presenze,senza inutili confronti,senza nulla e nessuno.
Così come tante volte nella mia vita,quando una difficoltà,un dolore,una delusione,mi hanno spinto a rimanere da solo. E piu questi sentimenti sono profondi ed intensi,piu sento forte questo bisogno ed ancora maggiore è il tempo di cui ho bisogno di rimanere da solo.
Così mi ritrovo a chiedermi: cosa avrà voluto dire il mio carissimo amico, perché consigliarmi di rimanerne fuori. E lui per usare quella espressione cosi forte verso di me,di cosa è a conoscenza, ha da nascondere qualcosa o qualcuno o forse anche lui ha provato a fare qualche domanda in giro ed è stato raggiunto da minacce o intimidazioni?
Mi hai messo con le spalle al muro caro Mauro. Siamo amici da tanti anni,per dubitare del tuo consiglio. Eppure quella tua espressione decisa,dura,insondabile,mi ha proprio messo con le spalle al muro non lasciandomi nessuna possibilità di movimento.
Mah..che brutta storia!
Mi prendo tutto il tempo per passeggiare intorno alla nostra Casa di Campagna mentre cerco un' ancora di salvataggio.
Il cielo è limpido,una brezza arriva dal mare,gli alberi sono rigogliosi di verde e sul vigneto già si apprezzano,ora appena in nuce, quelli che tra non molto diventeranno grossi grappoli di uva Regina.
Poi..ma quanti anni hanno ora i figli di Ottavio? Dovrebbe,almeno il più grande, ricordare qualcuno, qualcosa,l'aria che respirava in casa. Magari se il comportamento della madre fosse cambiato. Se la madre ricevesse telefonate che risultavano poi destabilizzanti. Se incontrasse e si fermasse a parlare con qualcuno, quando la mattina li accompagnava a scuola.
Forse dovrei parlare con loro, ma sarà corretto parlare con loro,far rivivere loro lo stato d'animo di quel periodo?!
Ed Ottavio mi darà questo permesso? E se si ,lui non credo proprio che mi lascerà da solo con uno di loro.Vorra' essere presente ma questa sua presenza condizionerà il ricordo e il racconto del figlio?
Troppe domande, troppi dubbi, troppi ostacoli.
Ed io da solo ,come un compulsivo Don Chisciotte ,a chiedere ad Ottavio ,ai suoi figli,magari ai genitori di Franca ed a tutti i suoi parenti di come fosse la loro vita, di quali siano stati i primi pensieri che ad ognuno di loro sono venuti in mente.
Dimmi qualcosa!!
Invoco chi non c'è,chi non potrebbe aiutarmi,a prendere la decisione più corretta. Ma sono da solo ,cosi come sento di voler essere e devo prendere una decisione che da una parte, può ridarmi in senso di una quotidianità serena, ma noiosa e ripetitiva o un'altra decisione che mi darebbe una sferzata di adrenalina e così almeno ,provare a recuperare una verità la quale potrebbe far bene ai figli.
Si devo farlo per loro. I figli hanno il diritto di conoscere la verità. Così la metabolizzeranno prima e bene.
Ho un turbinio di sensazioni,fino ad un senso di smarrimento che mi fa vacillare. Mi metto alla guida e come succede quando ho bisogno di rimanere da solo, dopo aver percorso il tratto di strada che segna la Villa Comunale,mi ritrovo e sensa contezza ,sulla statale sedici in direzione Molfetta. Raggiungo lentamente,molto lentamente,l'ingresso poco curato della casa di campagna,apro il cancello, percorro il viale e mi rifugio all'ombra dei pini.
Ho bisogno di pensare e senza fretta,senza ingombranti presenze,senza inutili confronti,senza nulla e nessuno.
Così come tante volte nella mia vita,quando una difficoltà,un dolore,una delusione,mi hanno spinto a rimanere da solo. E piu questi sentimenti sono profondi ed intensi,piu sento forte questo bisogno ed ancora maggiore è il tempo di cui ho bisogno di rimanere da solo.
Così mi ritrovo a chiedermi: cosa avrà voluto dire il mio carissimo amico, perché consigliarmi di rimanerne fuori. E lui per usare quella espressione cosi forte verso di me,di cosa è a conoscenza, ha da nascondere qualcosa o qualcuno o forse anche lui ha provato a fare qualche domanda in giro ed è stato raggiunto da minacce o intimidazioni?
Mi hai messo con le spalle al muro caro Mauro. Siamo amici da tanti anni,per dubitare del tuo consiglio. Eppure quella tua espressione decisa,dura,insondabile,mi ha proprio messo con le spalle al muro non lasciandomi nessuna possibilità di movimento.
Mah..che brutta storia!
Mi prendo tutto il tempo per passeggiare intorno alla nostra Casa di Campagna mentre cerco un' ancora di salvataggio.
Il cielo è limpido,una brezza arriva dal mare,gli alberi sono rigogliosi di verde e sul vigneto già si apprezzano,ora appena in nuce, quelli che tra non molto diventeranno grossi grappoli di uva Regina.
Poi..ma quanti anni hanno ora i figli di Ottavio? Dovrebbe,almeno il più grande, ricordare qualcuno, qualcosa,l'aria che respirava in casa. Magari se il comportamento della madre fosse cambiato. Se la madre ricevesse telefonate che risultavano poi destabilizzanti. Se incontrasse e si fermasse a parlare con qualcuno, quando la mattina li accompagnava a scuola.
Forse dovrei parlare con loro, ma sarà corretto parlare con loro,far rivivere loro lo stato d'animo di quel periodo?!
Ed Ottavio mi darà questo permesso? E se si ,lui non credo proprio che mi lascerà da solo con uno di loro.Vorra' essere presente ma questa sua presenza condizionerà il ricordo e il racconto del figlio?
Troppe domande, troppi dubbi, troppi ostacoli.
Ed io da solo ,come un compulsivo Don Chisciotte ,a chiedere ad Ottavio ,ai suoi figli,magari ai genitori di Franca ed a tutti i suoi parenti di come fosse la loro vita, di quali siano stati i primi pensieri che ad ognuno di loro sono venuti in mente.
Dimmi qualcosa!!
Invoco chi non c'è,chi non potrebbe aiutarmi,a prendere la decisione più corretta. Ma sono da solo ,cosi come sento di voler essere e devo prendere una decisione che da una parte, può ridarmi in senso di una quotidianità serena, ma noiosa e ripetitiva o un'altra decisione che mi darebbe una sferzata di adrenalina e così almeno ,provare a recuperare una verità la quale potrebbe far bene ai figli.
Si devo farlo per loro. I figli hanno il diritto di conoscere la verità. Così la metabolizzeranno prima e bene.

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