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Il Ponte dell'Almà
Capitolo tredicesimo
"Il Ponte dell'Almà", il nuovo romanzo a puntate del dott. Antonio Marzano
domenica 14 dicembre 2025
Il giudice riemerge dalle calde acque del limpido mare di luglio, ed io caracollando mi avvicino.
«Com'è l'acqua signor giudice?»
«Pulita e calda al punto giusto… e lei non la fa una nuotata?»
«Sì… sì… ci sono quasi… sono appena arrivato e mi piace… acclimatarmi lentamente»
«Fa bene, fa bene… ma lo sa che un mio carissimo amico, arrivato precipitosamente in spiaggia, sudato e trafelato, qualche giorno fa, piuttosto che aspettare qualche minuto, decide di tuffarsi subito.
Tempo qualche minuto comincia a sentire un prurito su tutto il corpo e uscito subito dall'acqua si accorge di avere il corpo coperto di bolle…»
«Eh sì, dico. Può capitare… un'orticaria fisica da stress caldo–freddo.
Ma poi è stato subito bene.»
Se si potessero risolvere i turbamenti ed i problemi della vita così, con niente, in attesa che tutto si risolva, sarebbe una vita facile.
«Che ne pensa?»
«Ha ragione dottore, penso solo a quante storie ha vissuto ed affrontato in prima persona.
E poi ci sono storie che vengono fuori dopo alcuni anni, storie che lasciano basiti, che mai penso si sarebbero verificate e nelle quali, a distanza di tempo, mi si chiede di infilarmi.»
Lo sguardo del giudice si fa subito penetrante.
«In che senso dottore… storie di malattie passate inosservate, storie di bambini abbandonati?»
«In un certo senso sì… una storia di cui sono venuto a conoscenza, una brutta storia di cui non avevo sospettato nulla e di cui ora un signore, mio ex compagno di scuola, mi ha chiesto, sempre se avessi voluto e potuto, interessarmene.»
«Il racconto si fa suggestivo… ed è stato il mio lavoro per quarant'anni e che solo da un anno sono stato costretto ad abbandonare.»
«Lei allora è in pensione, signor giudice?»
«Sì… ma so che anche lei ha lasciato la convenzione.»
«Sì, sono anche io in pensione.»
«Ed è anche per questo motivo che mi turba ancora di più.»
«Posso approfittare della sua benevolenza, affinché nel parlarne con lei io possa ridurre il carico di responsabilità che porto sulle spalle?»
Il giudice mi guarda coinvolto eppure mi sembra che voglia mantenere un giusto distacco con gli accidenti che ha trattato per tanti anni e di cui si è definitivamente liberato.
Fa un passo indietro verso la sdraio e l'ombrellone. Prende un grosso asciugamano colorato ed inizia a strofinarsi vigorosamente.
Ma il suo sguardo è lontano e negli occhi mi accorgo, da pochi metri di distanza, che si è accesa una luce diversa.
Io preferisco attendere, dove mi sono fermato, sotto un sole cocente e con lo sguardo verso il mare.
Quando mi accorgo che viene verso di me ed a bassa voce mi dice: «Me ne vuole parlare?»
«Com'è l'acqua signor giudice?»
«Pulita e calda al punto giusto… e lei non la fa una nuotata?»
«Sì… sì… ci sono quasi… sono appena arrivato e mi piace… acclimatarmi lentamente»
«Fa bene, fa bene… ma lo sa che un mio carissimo amico, arrivato precipitosamente in spiaggia, sudato e trafelato, qualche giorno fa, piuttosto che aspettare qualche minuto, decide di tuffarsi subito.
Tempo qualche minuto comincia a sentire un prurito su tutto il corpo e uscito subito dall'acqua si accorge di avere il corpo coperto di bolle…»
«Eh sì, dico. Può capitare… un'orticaria fisica da stress caldo–freddo.
Ma poi è stato subito bene.»
Se si potessero risolvere i turbamenti ed i problemi della vita così, con niente, in attesa che tutto si risolva, sarebbe una vita facile.
«Che ne pensa?»
«Ha ragione dottore, penso solo a quante storie ha vissuto ed affrontato in prima persona.
E poi ci sono storie che vengono fuori dopo alcuni anni, storie che lasciano basiti, che mai penso si sarebbero verificate e nelle quali, a distanza di tempo, mi si chiede di infilarmi.»
Lo sguardo del giudice si fa subito penetrante.
«In che senso dottore… storie di malattie passate inosservate, storie di bambini abbandonati?»
«In un certo senso sì… una storia di cui sono venuto a conoscenza, una brutta storia di cui non avevo sospettato nulla e di cui ora un signore, mio ex compagno di scuola, mi ha chiesto, sempre se avessi voluto e potuto, interessarmene.»
«Il racconto si fa suggestivo… ed è stato il mio lavoro per quarant'anni e che solo da un anno sono stato costretto ad abbandonare.»
«Lei allora è in pensione, signor giudice?»
«Sì… ma so che anche lei ha lasciato la convenzione.»
«Sì, sono anche io in pensione.»
«Ed è anche per questo motivo che mi turba ancora di più.»
«Posso approfittare della sua benevolenza, affinché nel parlarne con lei io possa ridurre il carico di responsabilità che porto sulle spalle?»
Il giudice mi guarda coinvolto eppure mi sembra che voglia mantenere un giusto distacco con gli accidenti che ha trattato per tanti anni e di cui si è definitivamente liberato.
Fa un passo indietro verso la sdraio e l'ombrellone. Prende un grosso asciugamano colorato ed inizia a strofinarsi vigorosamente.
Ma il suo sguardo è lontano e negli occhi mi accorgo, da pochi metri di distanza, che si è accesa una luce diversa.
Io preferisco attendere, dove mi sono fermato, sotto un sole cocente e con lo sguardo verso il mare.
Quando mi accorgo che viene verso di me ed a bassa voce mi dice: «Me ne vuole parlare?»

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