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Morte di un gettonista
Capitolo ventitreesimo
Giallo a puntate firmato dal dott. Antonio Marzano
giovedì 8 maggio 2025
8.12
Il tempo di riconciliarmi con il mio cervello, lo ringrazio per conservare a settant'anni la capacità di ragionare e di sospettare una patologia con il solo dato anamnestico, e ripiombo nel mio tunnel ansioso.
Non mi basta aver pensato, né sarò pago di un'eventuale diagnosi positiva. Niente, né l'uno né l'altra.
«Dimmi allora cosa può darmi la felicità, quali strade devo percorrere, quali obiettivi devo raggiungere, con chi condividere gli ideali, i sogni, le speranze… arriverà mai un momento in cui non sentirò più nel petto questo peso costante, in grado di opprimermi il respiro?»
Sulla comoda poltrona dell'infermeria mi lascio andare a queste considerazioni.
«Dottore, siamo tornati», mi dice Rebecca.
La mamma di Michelino mi scruta, ed anche lei aspetta una risposta.
«Michelino, in queste condizioni cliniche non posso farti tornare a casa. Mi dispiace, ma ho l'obbligo morale e legale di ricoverarti. Aspettiamo il referto del laboratorio: se è negativo comunque devo, con la collega, capire la causa della febbre e della tua sintomatologia; se è positivo, ti dovrò trasferire alle Malattie Infettive.»
«Va bene, dottore», mi dice la mamma. «Ho già avvisato mio marito.»
«Bene. Rebecca, per favore, facciamo la cartella clinica e diamo una camera a Michelino e alla mamma.»
«Va bene, dottore.»
Rientro in camera, si sono fatte le 16:30.
Voglio stare da solo, come molto spesso mi succede, e chiudo gli occhi.
«Dottor Traini, venga! È arrivata la dottoressa Erika!»
Apro la porta e…
«Pasquale, che dici?»
«Erika, sei un incanto.»
«Per favore, non scherzare.»
«Non scherzo affatto. In poche ore ti sei trasformata… ripeto, sei un incanto.»
«Il taglio di capelli corto e mosso ti dona, la cura del viso ha messo in evidenza i tuoi occhi neri e profondi. Le tue labbra sono di un rosso tenue ed invitante.»
«Vedi… vedi… anche le unghie delle mani sono rosse, ed anche quelle dei piedi…»
«L'ho chiesto io alla mia parrucchiera. "Dottoressa" ha detto, "ma che è successo? Come si sente?"»
«Benissimo.»
«Poi sono andata nella boutique più importante di Randolfi. "Buongiorno, dottoressa!" ha esclamato il signor Alberto, "che piacere vederla qui!"»
«"Sbaglio, ma credo che sia la prima volta che mi onora della sua presenza!"»
«Sì, Alberto, e non sarà l'ultima!»
«Desidero un vestito luminoso, fresco, insomma un vestito dell'estate, un vestito di luglio…»
Alberto non riusciva a proferire parola: le mie piuttosto lo hanno ipnotizzato…
Tempo qualche minuto ed ha iniziato a sollevare dai lunghi supporti un vestito dopo l'altro, tutti bellissimi, e più ne poneva sul tavolo, più sono rimasta ammirata da tanto pregio e tanta bellezza.
Mi sono mossa nella boutique felice e fiera del mio portamento, tanto che Alberto ha esclamato:
«Dottoressa, sei bellissima!»
Anche su suo consiglio, ho scelto questo abitino rosso.
«Pasquale, ti piace?»
«Collega, hai personalità, fascino, bellezza.»
«Erika, posso abbracciarti?»
Il nostro abbraccio caloroso ha un gusto nuovo, diverso… un gusto sensuale.
Erika sorride soddisfatta ed io faccio un passo indietro, sotto il suo sguardo compiacente.
«Grazie, Pasquale… grazie… mi sento rinata!»
«Per il resto come va?»
«Non ci sono ricoveri, non c'è stato neanche un parto. Rebecca è sempre presente ed efficientissima.»
«Novità sull'altro fronte?»
«Il Commissario non l'ho sentito per niente, né l'ho disturbato! Per dirgli cosa poi? Pettegolezzi… solo storie di sesso? Non mi va!»
«Hai fatto bene!»
«Eppure, mentre ero dalla parrucchiera, mi è venuto in mente un altro pensiero.»
«Cioè?»
«Nel nostro ospedale non ci sono solo le trasgressioni sessuali ma anche quelle… come le vogliamo chiamare… di interesse privato.»
«Cioè… parla chiaro Erika… non ti capisco.»
«Insomma… un giro di mazzette per le cose più disparate: da quella che chiede l'impiegato del CUP per accelerare la prenotazione di una visita, a quella di un'infermiera che, per essere solerte e servizievole, chiede un "regalo".»
«Ma c'è ben altro: tu lo sai, caro Pasquale. Il primario ortopedico ha una villa con oltre 50.000 metri quadri di terreno, tutto coperto da alberi secolari; una piscina a dimensione quasi olimpica con una grande e profonda pozza dei tuffi con annesso trampolino di tre metri.»
«La villa poi è una residenza di fine Ottocento che ha fatto restaurare completamente. Tra l'acquisto e il restauro si dice che abbia speso oltre quattro milioni di euro.»
«Le tangenti delle protesi sono molto alte. E le tangenti sono per tutte le protesi: anca, ginocchio… Ora non c'è più un dolore al ginocchio che non abbia bisogno, per guarire, della protesi, ed a tutte le età!»
«Non ne parliamo poi degli apparecchi della Radiologia: ecografi, risonanze, TAC di ultima generazione, alcuni dei quali rimangono imballati ed inutilizzati per difficoltà di capire come fare.»
«La richiesta parte dal radiologo, poi arriva in Direzione Amministrativa; il direttore è compiacente e, con decisione urgente, autorizza l'acquisto di quell'apparecchio da quella azienda, che tramite il rappresentante ha già versato sul conto all'estero somme per centinaia di migliaia di euro.
Insomma… questo ospedale è un ospedale del Bengodi… e nessuno dice niente…»
«No, Pasquale, nessuno dice e denuncia niente perché sono tutti collusi, tutti a tutti i livelli.»
«Va bene, ma con l'omicidio di Mustafà tutto questo come ci azzecca?»
«Ma sai… come ha sentito e poi visto il primario chirurgo con la sua caposala sollazzarsi alla grande, potrebbe aver sentito di altri medici e non solo che parlavano di richieste di mazzette di soldi.»
«E mentre tutti qui da anni sono, come ti dicevo, collusi e mangiano da tutte le parti, Mustafà era nuovo, straniero e gettonista, per cui poteva fare qualche riflessione e chiedere anche lui di diventare una figura organica nell'intrallazzo, pena un ricatto con denuncia alla Procura della Repubblica. Sempre che poi il magistrato anche lui non faccia parte della Banda Bassotti…»
«Già.»
«Beh, Erika, in un ambiente senza onore e senza vergogna, questi sono motivi più che sufficienti per uccidere.»
Non mi basta aver pensato, né sarò pago di un'eventuale diagnosi positiva. Niente, né l'uno né l'altra.
«Dimmi allora cosa può darmi la felicità, quali strade devo percorrere, quali obiettivi devo raggiungere, con chi condividere gli ideali, i sogni, le speranze… arriverà mai un momento in cui non sentirò più nel petto questo peso costante, in grado di opprimermi il respiro?»
Sulla comoda poltrona dell'infermeria mi lascio andare a queste considerazioni.
«Dottore, siamo tornati», mi dice Rebecca.
La mamma di Michelino mi scruta, ed anche lei aspetta una risposta.
«Michelino, in queste condizioni cliniche non posso farti tornare a casa. Mi dispiace, ma ho l'obbligo morale e legale di ricoverarti. Aspettiamo il referto del laboratorio: se è negativo comunque devo, con la collega, capire la causa della febbre e della tua sintomatologia; se è positivo, ti dovrò trasferire alle Malattie Infettive.»
«Va bene, dottore», mi dice la mamma. «Ho già avvisato mio marito.»
«Bene. Rebecca, per favore, facciamo la cartella clinica e diamo una camera a Michelino e alla mamma.»
«Va bene, dottore.»
Rientro in camera, si sono fatte le 16:30.
Voglio stare da solo, come molto spesso mi succede, e chiudo gli occhi.
«Dottor Traini, venga! È arrivata la dottoressa Erika!»
Apro la porta e…
«Pasquale, che dici?»
«Erika, sei un incanto.»
«Per favore, non scherzare.»
«Non scherzo affatto. In poche ore ti sei trasformata… ripeto, sei un incanto.»
«Il taglio di capelli corto e mosso ti dona, la cura del viso ha messo in evidenza i tuoi occhi neri e profondi. Le tue labbra sono di un rosso tenue ed invitante.»
«Vedi… vedi… anche le unghie delle mani sono rosse, ed anche quelle dei piedi…»
«L'ho chiesto io alla mia parrucchiera. "Dottoressa" ha detto, "ma che è successo? Come si sente?"»
«Benissimo.»
«Poi sono andata nella boutique più importante di Randolfi. "Buongiorno, dottoressa!" ha esclamato il signor Alberto, "che piacere vederla qui!"»
«"Sbaglio, ma credo che sia la prima volta che mi onora della sua presenza!"»
«Sì, Alberto, e non sarà l'ultima!»
«Desidero un vestito luminoso, fresco, insomma un vestito dell'estate, un vestito di luglio…»
Alberto non riusciva a proferire parola: le mie piuttosto lo hanno ipnotizzato…
Tempo qualche minuto ed ha iniziato a sollevare dai lunghi supporti un vestito dopo l'altro, tutti bellissimi, e più ne poneva sul tavolo, più sono rimasta ammirata da tanto pregio e tanta bellezza.
Mi sono mossa nella boutique felice e fiera del mio portamento, tanto che Alberto ha esclamato:
«Dottoressa, sei bellissima!»
Anche su suo consiglio, ho scelto questo abitino rosso.
«Pasquale, ti piace?»
«Collega, hai personalità, fascino, bellezza.»
«Erika, posso abbracciarti?»
Il nostro abbraccio caloroso ha un gusto nuovo, diverso… un gusto sensuale.
Erika sorride soddisfatta ed io faccio un passo indietro, sotto il suo sguardo compiacente.
«Grazie, Pasquale… grazie… mi sento rinata!»
«Per il resto come va?»
«Non ci sono ricoveri, non c'è stato neanche un parto. Rebecca è sempre presente ed efficientissima.»
«Novità sull'altro fronte?»
«Il Commissario non l'ho sentito per niente, né l'ho disturbato! Per dirgli cosa poi? Pettegolezzi… solo storie di sesso? Non mi va!»
«Hai fatto bene!»
«Eppure, mentre ero dalla parrucchiera, mi è venuto in mente un altro pensiero.»
«Cioè?»
«Nel nostro ospedale non ci sono solo le trasgressioni sessuali ma anche quelle… come le vogliamo chiamare… di interesse privato.»
«Cioè… parla chiaro Erika… non ti capisco.»
«Insomma… un giro di mazzette per le cose più disparate: da quella che chiede l'impiegato del CUP per accelerare la prenotazione di una visita, a quella di un'infermiera che, per essere solerte e servizievole, chiede un "regalo".»
«Ma c'è ben altro: tu lo sai, caro Pasquale. Il primario ortopedico ha una villa con oltre 50.000 metri quadri di terreno, tutto coperto da alberi secolari; una piscina a dimensione quasi olimpica con una grande e profonda pozza dei tuffi con annesso trampolino di tre metri.»
«La villa poi è una residenza di fine Ottocento che ha fatto restaurare completamente. Tra l'acquisto e il restauro si dice che abbia speso oltre quattro milioni di euro.»
«Le tangenti delle protesi sono molto alte. E le tangenti sono per tutte le protesi: anca, ginocchio… Ora non c'è più un dolore al ginocchio che non abbia bisogno, per guarire, della protesi, ed a tutte le età!»
«Non ne parliamo poi degli apparecchi della Radiologia: ecografi, risonanze, TAC di ultima generazione, alcuni dei quali rimangono imballati ed inutilizzati per difficoltà di capire come fare.»
«La richiesta parte dal radiologo, poi arriva in Direzione Amministrativa; il direttore è compiacente e, con decisione urgente, autorizza l'acquisto di quell'apparecchio da quella azienda, che tramite il rappresentante ha già versato sul conto all'estero somme per centinaia di migliaia di euro.
Insomma… questo ospedale è un ospedale del Bengodi… e nessuno dice niente…»
«No, Pasquale, nessuno dice e denuncia niente perché sono tutti collusi, tutti a tutti i livelli.»
«Va bene, ma con l'omicidio di Mustafà tutto questo come ci azzecca?»
«Ma sai… come ha sentito e poi visto il primario chirurgo con la sua caposala sollazzarsi alla grande, potrebbe aver sentito di altri medici e non solo che parlavano di richieste di mazzette di soldi.»
«E mentre tutti qui da anni sono, come ti dicevo, collusi e mangiano da tutte le parti, Mustafà era nuovo, straniero e gettonista, per cui poteva fare qualche riflessione e chiedere anche lui di diventare una figura organica nell'intrallazzo, pena un ricatto con denuncia alla Procura della Repubblica. Sempre che poi il magistrato anche lui non faccia parte della Banda Bassotti…»
«Già.»
«Beh, Erika, in un ambiente senza onore e senza vergogna, questi sono motivi più che sufficienti per uccidere.»