Giancarlo Caselli racconta ai biscegliesi La verità sul processo Andreotti

Il magistrato: «La libertà è un concetto astratto che resta tale solo se non le diamo gambe su cui camminare»

mercoledì 21 marzo 2018 16.25
A cura di Cristina Scarasciullo
Nella giornata che ha preceduto la marcia organizzata a Foggia da Libera in occasione della 23ª giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie la libreria Mondadori Bookstore in collaborazione con il Circolo dei Lettori di Bisceglie, ha ospitato presso le Vecchie Segherie Mastrototaro, Giancarlo Caselli, autore insieme a Guido Lo Forte del libro "La verità sul processo Andreotti", edito da Laterza.

L'incontro ha attirato l'interesse di molta gente, soprattutto giovani studenti del Liceo "Leonardo da Vinci" a cui Caselli ha cercato di spiegare il valore di un verdetto che nei fatti ha cambiato la storia: «Ancora oggi la stragrande maggioranza del popolo Italiano è convinto che Andreotti sia stato assolto. In primo grado è stato effettivamente assolto per insufficienza di prove. La Corte d'appello invece ha decretato di non dover procedere per il reato di associazione a delinquere, reato commesso fino alla primavera del 1980, ma estinto per prescrizione». Si tratta quasi una fake news ante litteram quella che i media italiani hanno diffuso all'indomani del verdetto: «Negando l'evidenza era chiarissimo il problema di democrazia che affliggeva e affligge il nostro Paese. -ha detto l'autore - Parlando di assoluzione è come se i media cancellassero i fatti gravissimi avvenuti fino alla primavera del 1980 e avessero legittimato la politica che ha avuto a che fare con la mafia. Un Paese in cui si accetta una realtà distorta in questo modo è un Paese in cui la democrazia ha un grosso problema».

Stimolato dal pubblico e dai due moderatori, i docenti Raffaele Tatulli e Francesco Papagni, il magistrato ha ripercorso non solo le tappe della sua carriera che nel 1992 lo ha portato a chiedere di essere trasferito a Palermo ma ha anche fornito al suo pubblico un'idea precisa di quello che i suoi potenziali lettori avrebbero trovato nel libro. Con il piglio da magistrato, Caselli ha fornito argomentazioni a sostegno di ogni sua affermazione, tratte dal libro o dall'esperienza vissuta in prima persona. Il dibattito è stato vivo e acceso e ha fornito agli ascoltatori diversi spunti di riflessione anche relativi alla più stretta attualità.