
Attualità
13 profughi ospiti della Caritas di Bisceglie
Provengono da Sud Sudan, Camerun e Yemen
Bisceglie - giovedì 31 dicembre 2020
19.00
Sono giunti in Italia attraverso i corridoi umanitari predisposti dallo Stato con la collaborazione della Conferenza episcopale italiana e della Comunità di Sant'Egidio e ora, secondo quanto diffuso in una nota dall'Arcidiocesi, sono ospitati nei locali della Caritas nell'ex convento dei Cappuccini. Tredici persone, provenienti da Camerun, Sud Sudan e Yemen, avranno perciò un tetto sotto la testa a Bisceglie e seguiranno, sul territorio, un processo di inserimento e integrazione.
I profughi (una famiglia sudanese di otto persone con genitori e bambini dai 2 ai 14 anni, una coppia e tre giovani single) erano stati selezionati già tre anni fa in un campo gestito dall'ONU in Libia e riconosciuti dalle équipe Caritas presenti in Niger per il collocamento in Europa, in quanto originari di zone caratterizzate da guerre e conflitti civili.
I 13 sono stati accolti lo scorso 30 ottobre a Fiumicino dal responsabile Caritas di Bisceglie Sergio Ruggieri, dal mediatore culturale Ibrahim e dal direttore della Caritas diocesana don Raffaele Sarno.
«Le cinque coppie di famiglie tutor (Gabriella e Gianni, Piero e Valeria, Sergio e Liliana, Carmine e Anna, Antonella e Mimmo) avranno il compito di affiancarli nel processo di autonomia sia per le spese da effettuare fuori della struttura sia per la gestione del quotidiano e per l'inserimento successivo nel nostro paese» hanno spiegato dall'Arcidiocesi. «La situazione culturale dei presenti è la più varia: ci sono laureati ma anche persone sprovviste di alfabetizzazione primaria, come i bambini».
Chiusa una prima fase di controlli sanitari e regolarizzazione delle pratiche amministrative in Questura a Bari, è in corso la fase di acquisizione della lingua italiana, base fondamentale per qualsiasi processo di ricerca del lavoro e di qualunque percorso formativo.
«La Cei contribuisce economicamente al percorso di inserimento dei nostri fratelli più sfortunati, ma la maggior parte del peso (vitto e alloggio) ricadrà sulla Caritas cittadina, che confida nella generosità dei biscegliesi e nell'appoggio e nel sostegno anche in quest'altro impegnativo progetto» hanno concluso dall'Arcidiocesi.
I profughi (una famiglia sudanese di otto persone con genitori e bambini dai 2 ai 14 anni, una coppia e tre giovani single) erano stati selezionati già tre anni fa in un campo gestito dall'ONU in Libia e riconosciuti dalle équipe Caritas presenti in Niger per il collocamento in Europa, in quanto originari di zone caratterizzate da guerre e conflitti civili.
I 13 sono stati accolti lo scorso 30 ottobre a Fiumicino dal responsabile Caritas di Bisceglie Sergio Ruggieri, dal mediatore culturale Ibrahim e dal direttore della Caritas diocesana don Raffaele Sarno.
«Le cinque coppie di famiglie tutor (Gabriella e Gianni, Piero e Valeria, Sergio e Liliana, Carmine e Anna, Antonella e Mimmo) avranno il compito di affiancarli nel processo di autonomia sia per le spese da effettuare fuori della struttura sia per la gestione del quotidiano e per l'inserimento successivo nel nostro paese» hanno spiegato dall'Arcidiocesi. «La situazione culturale dei presenti è la più varia: ci sono laureati ma anche persone sprovviste di alfabetizzazione primaria, come i bambini».
Chiusa una prima fase di controlli sanitari e regolarizzazione delle pratiche amministrative in Questura a Bari, è in corso la fase di acquisizione della lingua italiana, base fondamentale per qualsiasi processo di ricerca del lavoro e di qualunque percorso formativo.
«La Cei contribuisce economicamente al percorso di inserimento dei nostri fratelli più sfortunati, ma la maggior parte del peso (vitto e alloggio) ricadrà sulla Caritas cittadina, che confida nella generosità dei biscegliesi e nell'appoggio e nel sostegno anche in quest'altro impegnativo progetto» hanno concluso dall'Arcidiocesi.