Vito De Ceglia
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Cultura

"Il regno della famiglia Zucchina": l'opera prima del piccolo Vito de Ceglia attira l'attenzione dei giurati del Premio Campiello

A Padova, l'autore undicenne si è fatto notare per intraprendenza da Philippe D'Averio e Ottavia Piccolo

Un'avventura degna di trasposizione letteraria, quella che ha visto protagonista il piccolo Vito de Ceglia a Padova.
L'autore de "Il regno della famiglia Zucchina", ad oggi il più giovane tra i biscegliesi ad aver mai pubblicato un'opera, sabato 27 maggio si è imposto all'attenzione dei giurati del prestigioso Premio Campiello.
I fatti sono andati come riportato dal Corriere del Veneto, che ne dall'episodio ha tratto spunto per un pezzo di colore sul più chiacchierato e rinomato premio letterario italiano.
Vito, figlio d'arte, si trovava a Padova con il papà Luca De Ceglia, inserito nella rosa dei candidati al Campiello e convocato nell'Aula Magna dell'Università Carlo Bo per la proclamazione della cinquina dei finalisti.
Dalla Puglia aveva portato con sé uno zainetto blu, carico delle ultime copie del libro che si era autoprodotto con i risparmi delle paghette.
Perché uno come lui, vissuto tra i libri della mamma - insegnante - e quelli del papà - giornalista, archivista e prolifico scrittore - già da anni ha le idee chiare su come vanno investiti i soldi.
A Padova, in realtà, lui c'era andato in caccia di editore e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di incontrane uno.

Il piano, architettato senza consultare mamma e papà, era ben studiato: andare dai "pezzi grossi" presenti all'evento e spiegare come stavano i fatti, dopo l'applauso conclusivo della cerimonia.
Così ha fatto, senza attendere che le telecamere RAI intervistassero i giurati e che i fotografi finissero di immortalare i protagonisti dell'iniziativa.
Sugli ultimi battiti di mani, facendosi largo tra editori, autori, giornalisti, docenti universitari, industriali, si è precipitato dalla giuria dei Letterati. Ha puntato dritto al presidente Ottavia Piccolo e a Philippe Daverio e li ha bloccati, più o meno con queste parole: «Sono Vito de Ceglia, ho scritto un libro, voglio fare lo scrittore. Ecco qui il libro, vi faccio anche la dedica...». E poi si è fatto un selfie con Roberto Vecchioni.
«Ho anche la pagina facebook del mio libro «Il regno della famiglia Zucchina - avrebbe detto sfogliando lo smartphone - ecco qua: ci sono le notizie, le foto e le prossime presentazioni che faccio. Ma a Bisceglie mi chiamano anche per presentare altri libri per bambini. Leggere è la mia passione».
2 fotoVito De Ceglia
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L'OPERA


Il volume, illustrato dall'artista Domenico Velletri, rende omaggio all'ortofrutta pugliese. Risente delle forti influenze degli studi di storia locale che il piccolo autore, grazie alla passione infusa dal papà, ha maturato autonomamente.
Il regno in cui i fatti sono ambientati è quello invisibile di re Zucchina, in terra di Puglia, popolato da ortaggi viziosi e virtuosi in modo variegato. A rompere gli equilibri della comunità, è una violenta tempesta, che agita le zolle e strema la popolazione. Si salvano tra gli abitanti, la figlia del re - principessa Zucca e il suo futuro sposo - Cetriolo - a cui tocca il compito di risanare la comunità e rendere di nuovo fertile la terra.
15 raccolti e tre figli dopo, il testimone passa a Cetriolino, Zucchinella e Casorella, eredi al trono dall'animo progressista. Seppure la popolazione, in un referendum tra monarchia e repubblica, aveva scelto i reali, loro vogliono che a regnare sia il popolo minuto. E così inventano un escamotage per il cambio di guardia.
L'epilogo della storia è sorprendente. Se da un bambino qualsiasi ci si aspetterebbe una morale ispirata ai buoni sentimenti elementari, da Vito De Ceglia è lecito puntare al finale in medias res. Simbolo di un talento appena sbocciato ma, in paragone all'età e all'esperienza, già molto maturo.
  • Vito De Ceglia
  • Ottavia Piccolo
  • Philippe Daverio
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