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PSR, la regione Puglia risponde: impegnato il 75% delle risorse

Ci sono troppe domande. L'Autorità di gestione per questo promette: «Pugno di ferro contro i furbetti»

La regione Puglia non ci sta ad essere considerata una delle ultime regioni d'Italia in fatto di spesa del PSR 2014-2020.
Rilancia, invece, l'idea di una agricoltura pugliese in ottima salute.
Nel corso di una conferenza stampa convocata ad hoc, l'assessore regionale alle risorse agroalimentari e l'Autorità di gestione del PSR Puglia 2014-2020, ci hanno tenuto a precisare che il Piano di sviluppo agricolo regionale ha già impegnato (prenotato con precisa destinazione) il 75% del miliardo e 600 milioni di euro disponibili per il settennato.

«Nel corso dei primi mesi di quest'anno, anche a seguito di modifiche concordate con UE, saranno messi a bando gli interventi da programmare, e in attesa di attivazione - promettono. - Ad oggi i pagamenti effettuati, nonostante i rallentamenti legati al funzionamento di Agea, superano i 200 milioni di euro e ci consentono di essere ottimisti rispetto al raggiungimento degli obiettivi finanziari previsti per il 31 dicembre 2018».

I NUMERI
Tra i numeri mostrati in conferenza stampa, quelli che riguardano le misure 'ad investimento'. Ci sarebbero 3.202 aziende pronte ad investire: «con un importo richiesto di 630 milioni, un valore 10 volte maggiore rispetto alla disponibilità».
5000, invece, i giovani che hanno risposto al Pacchetto di misure loro dedicato, «con una richiesta superiore a 900 milioni di euro».
Importante anche l'interesse mostrato dall'industria alimentare con quasi 500 domande e contribuiti per 400 milioni di euro.

PUGNO DI FERRO CONTRO I FURBETTI
Data la richiesta, che supera enormemente l'offerta, la Regione non chiuderà alcun occhio sulle situazioni più sospette
«Ribadiamo la ferma intenzione - hanno spiegato Regione e Autorità di gestione - di contrastare in ogni modo pratiche di elusione o aggiramento delle norme. Verificheremo i dati presentati nelle domande di sostegno per accertare l'attendibilità di pratiche che, a fronte di una regolarità formale, possono invece risultare artificiosamente costruite su valori economici non rispondenti ai normali criteri di funzionamento delle aziende».

È questo il motivo per cui le domande di ben 590 aziende tra quelle in posizione utile per il finanziamento, sono state messe sotto la lente d'ingrandimento. Hanno difatti presentato un indicatore di Performance Economica (PE) superiore a 0,5: «In pratica gli investimenti dichiarati avrebbero una produttività superiore al 50% annuo e, come tali, sarebbero ripagati in meno di due anni. Con tutta evidenza si tratterebbe di investimenti ad altissima redditività, potenzialmente anomali per il comparto agricolo, rispetto all'ordinarietà delle situazioni aziendali ai cui principi i tecnici e ditte hanno dichiarato di attenersi tramite dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. È compito della nostra Struttura regionale – hanno concluso - mettere in campo ogni strumento per garantire livelli elevati di controllo sulla serietà delle candidature e sulla attendibilità e congruenza dei progetti di investimento. Al sol fine di tutelare le realtà e le professionalità attente e fedeli interpreti del bando e garantire la migliore allocazione possibile delle risorse anche a scapito di un inevitabile rallentamento della spesa».
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